PALERMO CORTEI IN PIAZZA. NESSUN CONTATTO

Schieramenti in piazza e le forze dell’ordine hanno evitato che i due cortei venissero a contatto. Intanto, Scarcerati i presunti aggressori del responsabile di Forza Nuova, Massimo Ursino.

PALERMO CORTEI IN PIAZZA. NESSUN CONTATTO –

Dopo aver sospettato forme di violenza, ieri pomeriggio a Palermo, il temuto contatto tra estremisti non c’è stato. Centinaia di poliziotti, carabinieri e finanzieri in tenuta antisommossa hanno ben separato, antifascisti e militanti di Forza Nuova. Le due fazioni non si sono neppure sfiorati. E in una città blindata, sorvolata per tutto il giorno da un elicottero della polizia, giovani dei centri sociali, Anpi, Arci ed esponenti della sinistra hanno sfilato pacificamente, cantando Bella Ciao, per le vie del centro. Intanto, a qualche centinaio di metri in linea d’aria, poche decine di appartenenti al movimento neofascista si sono riuniti in un albergo per il comizio elettorale del loro leader nazionale, Roberto Fiore. Soprattutto dopo l’aggressione subita martedì dal segretario provinciale di Forza Nuova Massimo Ursino, legato, imbavagliato e picchiato da otto ragazzi dei centri sociali, si sarebbero potuti registrare scontri e tensioni.

Intanto, il gip di Palermo, pur convalidando il fermo di due degli aggressori, ne ha disposto la scarcerazione. Usciti dal carcere dove erano stati portati mercoledì scorso, gli è stato notificato il divieto di dimora a Palermo e provincia. E l’accusa di tentato omicidio che la procura aveva contestato loro è stata derubricata in lesioni gravissime. Decisione che Forza Nuova ha molto criticato e ha parlato di una magistratura vicina ai centri sociali. Secondo Fiore: «I magistrati di Palermo sono deviati» – «E’ uno scandalo che certi ambienti abbiano il favore di certe procure, soprattutto quella di Palermo», gli ha fatto eco Ursino, che forse ignora che è stata proprio la Procura a disporre i fermi e a chiedere al gip la custodia cautelare in carcere per i due aggressori. Ma per il giudice delle indagini preliminari, che definisce comunque il pestaggio: «una barbara e feroce aggressione premeditata di un uomo inerme», il carcere non è necessario e basta il divieto di dimora nonostante per entrambi gli indagati, che hanno precedenti specifici, ci sia il rischio di reiterazione del reato.

I centri sociali non condannano la brutale aggressione, che, attraverso il loro portavoce Giorgio Martinico, parlano soltanto di «umiliazione di un fascista». «Ma quale aggressione? – dice Martinico – è solo stato umiliato un fascista. Io non condanno nulla, non sono un giudice». L’Anpi, apriva il corteo degli antifascisti, e vi erano proprio loro: i centri sociali, tenuti d’occhio dalla polizia durante tutta la manifestazione. Bandiera nera con teschio e urla contro la Digos e Forza Nuova, hanno più volte alzato le mani mostrando lo scotch a rivendicare il pestaggio di Usino, legato e imbavagliato proprio con il nastro adesivo.