AFFLUENZA ALLE URNE 73%, SICILIA 63%

Elezioni Politiche, affluenza alle urne in linea con quelle del 2013. La Sicilia è la regione con la percentuale più bassa di tutta Italia.

AFFLUENZA ALLE URNE 73%, SICILIA 63% –

L’affluenza alle urne degli iitaliani ha tenuto e probabilmente sarà oggetto di studio e comparazione. Il dato di oggi sulla partecipazione è stato pari a circa il 73%, pochi punti percentuali in meno rispetto al 76,4% alle politiche del 2013, anche se in quell’occasione le urne restarono aperte per due giorni.
Ecco i dati dell’affluenza per provincia: AGRIGENTO: 59,50% – CALTANISSETTA: 60,19% – CATANIA: 64,31% – ENNA: 64,53% – MESSINA: 65,15% – PALERMO: 61,44% – RAGUSA: 66,07% – SIRACUSA: 62,96% – TRAPANI: 63,74%.
Le regioni che hanno avuto un’affluenza più alta vedono ai primi posti il Veneto (che sfiora il 79%), l’Emilia Romagna, con il 78,5%, la Toscana (quasi il 78%). La Sicilia del caos elettorale si conferma invece come la regione con la più bassa affluenza al voto in tutta Italia. Nell’Isola ha votato il 63% degli aventi diritto, dieci punti in meno della media nazionale e circa due punti in meno rispetto alle precedenti Politiche. Difficile dire se la bassa affluenza sia stata determinata anche dai ritardi nell’apertura di alcuni seggi a Palermo dovuti alla distribuzione delle nuove schede.
In attesa degli ultimi dati, in Sicilia dai risultati dello scrutinio, sembra focalizzarsi lo scontro tra il centrodestra e il M5s Stelle, così come è accaduto il 5 novembre scorso in occasione delle elezioni regionali. In quell’occasione l’esponente della destra Nello Musumeci riuscì ad affermarsi con quasi il 40% di consensi sul pentastellato Giancarlo Cancelleri, che ottenne oltre il 34%, mentre il candidato del centrosinistra Micari si bloccò al 18%. Così, quattro mesi dopo è ancora ballottaggio tra il centrodestra e i Cinque Stelle, come aveva predetto lo stesso candidato premier Luigi Di Maio durante il comizio conclusivo del suo tour elettorale a Palermo. Ora è da vedere chi riuscirà a prevalere nei collegi uninominali. Infatti, la battaglia si gioca sul filo di lana. Seggi che alla fine potrebbero rivelarsi decisivi anche rispetto agli equilibri e alla creazione di una maggioranza in Parlamento.