Esibizione nello stile di Zucchero che ha mandato in visibilio i fans accorsi da ogni parte di Sicilia e Calabria. il pubblico applaude convinto. Alcune ore di show magico hanno reso onore al bluesman reggiano.
ZUCCHERO INCANTA IL PUBBLICO DEL PAL’ART –
Al pal’Art c’è il sold-out, il «Black Cat World Tour» comincia all’interno, con una band di tutto rispetto: fra questi, superba la 
violinista Andrea Whitt, inossidabile Queen Cora Dunham alla batteria, impecca
bile Carlos Minoso al trombone, inarrivabile James Thompson al sax. Con la ciliegina dell’ospite speciale Tomoyasu Hotei, 40 milioni di dischi venduti in Giappone grazie a una musicalità che si sposa alla perfezione con le rinnovate sonorità dell’ultimo Sugar, che ha fatto da mattatore fino a «Il Mare» e «Iruben Me».
Nel corso dell’esibizione ha proposto tutto l’ultimo album “Black Cat 2016”, inizia con una discografia ultratrentennale, con i pezzi più applauditi «Voci», «Ci si arrende», «13 buone ragioni», «Fatti di sogni”. Zucchero ha espresso tutta la sua maturità, ma sempre battagliero, non curante dei suoi 61 anni compiuti ha retto sul palco come un leone mai stanco. Lui stesso ricorda, una ricerca di sonorità a tratti quasi egoistica, come se «Per colpa di chi», uno dei suoi brani più famosi, fosse quasi un passaggio obbligato e non un piacere vero da 
presentare al pubblico.
Applausi e gradimento Sugar con «Vedo Nero, Bacco Perbacco e Chocabeck», in cui pare cercare con insistenza il contatto con il pubblico, come se si fosse fra vecchi amici e non di fronte a un palazzetto gremito di persone. Le emozioni arrivano quando 
ripropone «Miserere» e il suo capolavoro «Diamante» dedicato alla nonna. Poi uno spazio per: «Long as I can see the light», un vecchissimo brano di Joe Cocker. Poi, quando l’orologio segna l’ora del termine del concerto, tutti applaudono con gran forza a 
segno di ringraziamento di una bella serata passata all’insegna della buona musica che sempre emoziona.
Le foto sono state realizzate da Claudio Bonaccorsi
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