ESPLOSIONE A CATANIA, 3 MORTI. INIZIANO LE INDAGINI

Continuano le indagini sull’esplosione che ha provocato la tragedia nei pressi di via Garibaldi. L’incidente ha provocato 3 vittime e sono oltre all’affittuario della casa Giuseppe Longo, 75 anni venditore di biciclette che viveva e lavorava nell’edificio trovato carbonizzato, i vigili del fuoco Dario Ambiamonte e Giorgio Grammatico. Gli altri due pompieri feriti sono stati ricoverati, uno si trova in gravi condizioni. Il quinto componente della squadra è rimasto illeso ma sotto shock. I periti della Procura dovranno capire la dinamica dei fatti: l’unica certezza è che la deflagrazione è avvenuta dall’interno verso l’esterno. Intanto pare che uno dei feriti si sia aggravato ulteriormente.

ESPLOSIONE A CATANIA, 3 MORTI. INIZIANO LE INDAGINI –

Tragico il bilancio dell’esplosione che si è verificata ieri sera a Catania, dove due vigili del fuoco sono morti e una terza persona è stata trovata carbonizzata. Gli altri due pompieri feriti gravemente sono stati ricoverati all’ospedale Garibaldi. La potente deflagrazione è avvenuta all’interno di una palazzina e pare sia dovuta a una fuga di gas. Lo scoppio si è verificato al piano terra di una palazzina in via Sacchero nel centro storico di Catania.
Tra le vittime Giuseppe Longo, 75 anni che viveva in affitto nella palazzina e che lavorava come venditore e riparatore di biciclette e nello stesso palazzo aveva casa e negozio, poi ritrovato carbonizzato. La struttura, non ha il metano, ma al suo interno sono state trovate bombole di gas gpl. Un particolare che, se confermato, contrasterebbe con il sopralluogo eseguito poco dopo da una squadra di vigili del fuoco che avrebbe trovato la porta di casa chiusa. I vigili del fuoco deceduti sono Dario Ambiamonte, 40 anni, di Catania e Giorgio Grammatico, 36, di Trapani.
Già si cominciano a delineare alcune ipotesi sulla dinamica dell’esplosione. Comunque, saranno le indagini dei periti nominati dalla Procura a cercare di capire l’esatta dinamica del tragico incidente. Al momento l’unica certezza è che l’esplosione è stata dall’interno verso l’esterno, come dimostra anche la porta d’ingresso che la deflagrazione ha fatto volare verso l’esterno, per alcuni metri, prima di urtare un’auto che era parcheggiata.
La squadra era composta da 5 uomini in servizio. Era arrivata una telefonata di un vicino che segnalava una fuga di gas, che ha poi avrebbe detto di aver visto un pompiere con una motosega in mano. Nelle ricostruzioni possibili non si esclude neppure la tesi del suicidio, ma l’uomo potrebbe anche essere svenuto per un malore o per l’esalazione del gas che ha saturato l’ambiente. Sarà l’inchiesta della Procura di Catania, diretta da Carmelo Zuccaro, a fare chiarezza su dinamica ed eventuali responsabilità. Oggi potrebbero essere dati gli incarichi per l’autopsia sui tre corpi. Intanto, durante la notte i vicini di casa sono potuti tornare nelle loro abitazioni, a conclusione dei lavori e dei sopralluoghi dei vigili del fuoco che hanno messo in sicurezza e bonificato la zona.
Si sono complicate nella notte le condizioni di salute di uno dei due vigili del fuoco ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Garibaldi, diretto dal dottore Sergio Pintaudi. E’ Giuseppe Cannavò, 38 anni, che ha una grave lesione polmonare. Restano critiche, ma non è in pericolo di vita l’altro pompiere, Marcello Tavormina, 38 anni, che ha riportato un trauma cranico.
E’ rimasto illeso il quinto pompiere delle squadra che si trova ancora sotto shock e racconta: «Ero vicino al nostro mezzo di trasporto, perché dovevo prendere degli attrezzi, quando ho sentito la violenta esplosione: non ho visto cosa è accaduto prima, ma dopo la scena è stata drammatica. Non la dimenticherò mai».
Messa in sicurezza la parte dell’edificio e la zona antistante. Delle grosse tavelle di legno sono state sistemate al posto della porta e sugli ingressi di via Garibaldi e via Sacchero. Sulle ‘tavole’ è stato apposto un documento che ufficializza il sequestro dalla parte dell’immobile disposto dalla Procura di Catania che ha delegato le indagini alla squadra mobile della Questura.