OPERAZIONE ANTIMAFIA CONTRO I CLAN

Operazione antimafia contro i clan. Arrestato il nuovo «papa» e cinque gregari della famiglia di San Giuseppe Jato. A buon fine l’operazione dei Carabinieri del gruppo di Monreale coordinati dalla Dda di Palermo. Dopo quest’ultima operazione a Damiani gli è stato notificato un altro provvedimento di custodia cautelare in carcere.

OPERAZIONE ANTIMAFIA CONTRO I CLAN

Operazione antimafia contro i clan. I mafiosi di San Giuseppe Jato attendevano il ritorno di Sergio Damiani denominato il «papa». Il panettiere si trovava in carcere per una condanna per mafia.  Aspettavano che uscisse dal carcere per consegnargli il comando del mandamento.

In un primo momento Damiani libero e tornato a Monreale rifiutò. Solo dopo la richiesta dei vertici di Cosa Nostra tra cui il barbiere Antonino Alamia cassiere della famiglia accettò di guidare il mandamento come fece lo zio Settimo Damiani e il padre Salvatore Damiani morto impiccato nel 2002 nella cella del carcere di Spoleto dove stava scontando una pena per mafia.

Sergio, dal dicembre 2015, fino alla fine del 2016 prese le redini della famiglia mafiosa. Un investitura a tutti gli effetti che i carabinieri hanno intercettato ascoltandola in diretta. Quando Salvatore Lupo parlando con uno degli uomini di cosa nostra disse «Nuovo Papa… nuovo Papa a chi mettono? ….. Non hanno nessuno, forse non lo hai capito. L’unico ‘papa’ che poteva essere con loro sai chi era? Sergio!».

Damiani era ben voluto da tutti, sia dai monrealesi che dagli uomini di San Giuseppe Jato come Ignazio Bruno. Il nuovo capo si teneva vicino tutti gli affiliati. Gli ordini erano che dovevano tenersi lontani da cellulari e parlare mai in luoghi chiusi e in macchina. Damiani non ha mai avuto un cellulare. I suoi ordini li dava mentre faceva la spesa nei grandi supermercati di Corso Calatafimi a Palermo.

I militari dell’Arma del Gruppo di Monreale lo hanno seguito mentre era con il carrello e nelle vie intorno. Gli investigatori a volte lo seguivano con i carrelli facendo finta di acquistare merce per tenere sotto controllo il capo che non si fidava della tecnologia. Così, il nuovo «papa» restò in carica fino al 2016 quando fu emessa la sentenza d’appello e tornò in carcere dove si trova rinchiuso». Dopo quest’ultima operazione gli è stato notificato un altro provvedimento di custodia cautelare in carcere.