RIGOLETTO, CASCATA DI APPLAUSI AL TEATRO ANTICO DI TAORMINA

Rigoletto, Cascata di applausi al teatro antico di Taormina. Fastosi i costumi. Scenografia minimale, ma siamo pur sempre all’interno di un luogo che fa da scenografia a sé stante. Il consenso del pubblico si è manifestato con più di dieci minuti di applausi che hanno chiuso la serata.

RIGOLETTO, CASCATA DI APPLAUSI AL TEATRO ANTICO DI TAORMINA

Rigoletto, cascata di applausi al Teatro Antico di Taormina. Nell’ambito della rassegna Sesto Senso Opera Festival, è andata in scena ieri, al Teatro Antico di Taormina, l’opera verdiana “Il Rigoletto”.  Appartenente alla cosiddetta “trilogia romantica”, l’opera chiude la fase del primo Verdi, caratterizzata da personaggi con poche sfumature, appena tratteggiati, la cui grandezza deriva dall’isolamento in cui si muovevano, in preda a tensioni che li ponevano l’uno contro l’altro.

Il Rigoletto, insieme alla Traviata e al Trovatore sono, senza dubbio, tra le opere più amate del Maestro di Busseto. Dopo la morte di Donizetti, avvenuta nel 1948, Verdi si era impadronito della scena operistica italiana e internazionale. In quest’ambiente impose la sua concisione drammaturgica e il senso spiccato del ritmo, accompagnati da un poderoso e sapiente uso della strumentazione.

Originali, nella loro intima struttura, appaiono i cori e gli strumenti leggeri, specie i fiati. Il ritmo supera le coloriture rossiniane, che esprimevano gioiosità e voglia di vivere, per divenire manifestazione di volontà contro le difficoltà della vita.
Il cast dell’opera è di grande livello.

Iniziamo dal coltissimo maestro Angelo Gabrielli. Docente presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “O.Vecchi- A.Tonelli” di Modena. Aveva già diretto l’Opera con i Musici di Parma per l’edizione estiva di “Appennino InCanto 2017”. Scrupoloso esecutore della partitura verdiana, è stato filologicamente attento a mantenersi nell’ambito della scrittura del compositore, con annotazioni quasi metronomiche, evidenziando le mille sfaccettature del dramma: dalla declamazione, sino a sfociare nel canto puro.

Le arie e i cori hanno splendide melodie, piegate alle esigenze del ritmo, mai armonicamente indipendenti, sempre seguendo gli schemi convenzionali di accompagnamento e assecondando le frasi delle melodie, in quella ricerca della “parola scenica” che Verdi perseguì sempre con grande tenacia.

Centrale la figura del baritono, Giovanni Meoni, interprete del Rigoletto. Anche lui con esperienze passate di tutto rilievo: basti pensare alle collaborazioni con grandi direttori d’orchestra come Muti e Metha; oltre che alle esibizioni nei più importanti teatri internazionali: Carnegie Hall di N.Y., Concertgebouw di Amsterdam, Accademia di Santa Cecilia, solo per citarne alcune. Si è esibito nel repertorio Belliniano e Donizettiano per approdare naturalmente a quello verdiano. Verdi ha sempre accettato, all’interno della sua partitura, alcuni “interventi” da parte degli interpreti; assecondando, a volte, qualche intenzione da parte di grandi esecutori. Il maestro Meoni ha cercato invece di mantenersi, quanto più possibile, fedele alle intenzioni del compositore. Il suo Rigoletto è un canto drammatico, strettamente saldato al suono e alla parola, non più il bel canto di ascendenza rossiniana. Più volte il pubblico ha sottolineato con scroscianti applausi la sua performance, soprattutto nei suoi frequenti assoli.

La figura della donna è sempre centrale nell’opera di Verdi. Il ruolo di Gilda, nel Rigoletto, in particolare, è descritto come “timore e attrazione” nei confronti del mistero rappresentato dall’autorità paterna. Il soprano, Desiree Rancatore, ha interpretato il ruolo di Gilda, la figlia di Rigoletto, attenendosi magnificamente alle notazioni contrappuntistiche del Verdi. Alcuni passaggi con sovracuti, sempre contenuti e mai esibiti gratuitamente, sono stati particolarmente apprezzati dall’auditorio. Tecnica vocale ineccepibile, formatasi fin da giovane età con lo studio del canto accanto alla madre,a soli diciannove anni ha debuttato al festival di Salisburgo con le Nozze di Figaro. Ha già interpretato il ruolo di Gilda nel Rigoletto a Melbourne, San Francisco, Las Palmas, Tokyo, Venezia, Città del Messico, Vienna, Verona, Parma, Pechino, Firenze e Zurigo. Insignita di numerosi riconoscimenti interpreterà ancora Gilda a Cagliari e prossimamente anche in tournee a Tokyo col teatro comunale di Bologna.

Raffaele Abete è il Duca di Mantova. Anche lui impegnato nella produzione di Rigoletto con Opera Carolina, Opera Grand Rapids e Toledo Opera negli Stati Uniti. Al Teatro Comunale di Bologna è il Duca di Mantova nell’opera Rigoletto nella stagione 2016/17. Al Teatro Filarmonico di Verona a Marzo 2016, sempre in Rigoletto, interpreta lo stesso personaggio. Molto apprezzato in particolare nella scena sesta dell’atto II:
T’amo!T’amo, ripetilo sì caro accento.Un puro schiudimi ciel di contento! Contornato da evidenti consensi del pubblico.

Fastosi i costumi. Scenografia minimale, ma siamo pur sempre all’interno di un luogo che fa da scenografia a sé stante. Dieci minuti di applausi hanno chiuso la serata.

Antonio Licursi

Foto e servizio video Davide Sgroi