Ars decide su referendum Statuto Siciliano. Si tratta di una importante risoluzione che riguarda il referendum sull’insularità. l’Assemblea Regionale Siciliana potrebbe decidere se dare il via libera alla prima consultazione siciliana sullo Statuto autonomistico.
ARS DECIDE SU REFERENDUM STATUTO SICILIANO
Ars decide su referendum Statuto Siciliano. Il referendum consultivo è uno strumento introdotto in Sicilia nel 2004 ma fino ad ora mai utilizzato. Per indire la consultazione è necessario il voto della metà più uno dei componenti presenti del Parlamento regionale siciliano quindi nella riunione di oggi servirebbero 36 assensi.
Il deputato regionale Udc, Eleonora Lo Curto auspica che oggi il Parlamento siciliano si esprima favorevolmente alla richiesta di referendum presentata dall’unione dei Siciliani, Cambiamo la Sicilia e condivisa da una buona parte dell’Udc.
Sempre la Lo Curto interviene in merito dicendo: «Il parlamento regionale può aprire una fase importante per la partecipazione dei cittadini su un tema fondamentale come la modifica allo Statuto Siciliano per far sì che la nostra regione abbia riconosciute le risorse necessarie a compensare gli svantaggi derivanti dall’insularità. Per la prima volta i cittadini siciliani, così come è già avvenuto in Lombardia e Veneto, potranno pronunciarsi con un referendum per indicare al parlamento nazionale la via della riforma costituzionale utile a porre fine a quella che può essere considerata come una vera e propria tassa occulta che i siciliani pagano per il solo fatto di vivere in un’Isola, con un aggravio dei costi di produzione, di impresa, di formazione e di trasporto».
Continua la parlamentare Udc: «Per noi siciliani questa riforma rappresenta la madre di tutte le battaglie. Per condividere con tutti i colleghi questa comune battaglia per i diritti del popolo siciliano e per sollecitare l’unanime voto dell’ars sulla proposta di referendum consultivo sul ddl 199/A, ho scritto una lettera a ciascuno di loro per chiedere il voto favorevole domani nella seduta convocata dal presidente Gianfranco Miccichè. Sono certa che al di là delle differenze e delle appartenenze prevarrà l’orgoglio di essere uniti a rappresentare i diritti della nostra gente. Auspico un voto massivo dei parlamentari regionali che consenta alla Sicilia di far sentire forte la sua voce nei confronti dello Stato al fine di superare il gap che oggi la costringe ad essere tra le regioni penalizzate in termini di sviluppo economico, lavoro ed infrastrutture. Il parlamento regionale domani è chiamato a rivendicare il diritto dei siciliani di avere pari diritti rispetto a tutti gli altri cittadini italiani, così come recita la nostra Costituzione».
La norma in questione già è incardinata con il disegno di legge voto 199 che la commissione Affari istituzionali dell’Ars ha approvato lo scorso 17 luglio. Ma il percorso della norma non segue il normale iter e quindi potrebbe impiegare del tempo affinché possa essere approvata.
La disposizione approvata in Commissione, si è bloccata e non può essere calendarizzata perché l’Unione dei siciliani a cui aderisce il Vice Presidente della Regione Gaetano Armao, il politico Rino Piscitello, il Movimento ‘Cambiamo la Sicilia’ rappresentato da Vincenzo Figuccia e buona parte dell’Udc come la prima firmataria del ddl 199 Eleonora Lo Curto, hanno proposto un referendum consultivo per dare maggiore forza alla legge: voto che deriverebbe dal consenso diretto dei siciliani.
Qualora non dovesse passare la proposta di referendum, la legge riprenderebbe il suo normale percorso fino alla votazione finale. Infine, se approvata, l’esito sarebbe inviato ufficialmente al Parlamento nazionale come proposta di riforma rischiando di essere messa da parte fino a fine legislatura.
Ma i proponenti contano sull’approvazione dello svolgimento del referendum. Qualora venisse votata vi sarebbero tempi brevissimi per la consultazione referendaria. Il Presidente della regione dovrebbe indire la consultazione entro 90 giorni con la possibilità di rinviarla fino a un massimo di un anno nel caso siano previste consultazioni elettorali alle quali il referendum possa essere abbinato.
Se il Parlamento si esprimesse in maniera favorevole al referendum, lo stesso si potrebbe tenere in occasione delle elezioni Europee previste la prossima primavera considerato che le provinciali di novembre sono consultazioni di secondo livello e quindi saranno chiamati solo gli amministratori.
Il punto principale auspicato sarebbe quello di un’ampia partecipazione e di un forte consenso alla proposta di inserimento dell’insularità nello Statuto. Posizione, questa, che rafforzerebbe (forte dell’avallo popolare) la legge e una volta in aula potrebbe essere approvata rapidamente dal Parlamento siciliano e subito inviata all’omologo nazionale con tutto il peso e la 
legittimazione derivante dal consenso popolare.
A questo punto la legge, dovrebbe seguire l’iter della riforma Costituzionale ed essere approvata in doppia lettura da Camera e Senato ed essere incardinata nello Statuto quale norma di rango costituzionale.
E’ chiaro che la norma così ottenuta rivaluterebbe il mai attuato articolo 38 dello Statuto Siciliano prevedendo così le compensazioni dovute allo svantaggio di essere ‘isolani’ le quali sarebbero applicate alle infrastrutture, le agevolazioni sui trasporti, fiscalità di vantaggio e compensazioni per il deficit reddituale medio e tanto altro.
Così concludendo il ruolo della Sicilia tornerebbe ad essere centrale e tornerebbe a contare su uno Statuto autonomistico forte e a poter trattare con con il governo centrale alla pari dopo una lunga stagione di avvilimento.
E’ chiaro che potrebbe verificarsi l’esatto contrario e cioè quello che i siciliani si esprimano con un no alla consultazione popolare e preferiscano lasciare tutto com’è. Ma ancora prima: cioè oggi, vi sarebbe la possibilità che il Parlamento si esprima sfavorevolmente al referendum e che il percorso delle norme riprenda il normale iter senza la forza dell’eventuale avallo popolare.
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