LITE NELL’AREA DI SERVIZIO A CATANIA

Lite nell’area di servizio a Catania. Il fatto è successo in via Passo Gravina, lo picchiano e minacciano di morte. Aveva chiesto a due pregiudicati di spostare le auto che gli impedivano l’uscita dal parcheggio. E lì giù botte.

LITE NELL’AREA DI SERVIZIO A CATANIA

Lite nell’area di servizio a Catania. L’automobilista aveva chiesto di spostare le auto che gli bloccavano l’uscita dal parcheggio: lo hanno aggredito a bastonate. La polizia ha indagato in stato di libertà due individui di 35 e 24 anni, già noti alle forze dell’ordine, per lesioni gravi e minacce in concorso e, per aver agito per futili motivi ai danni di un’altra persona.

L’episodio è avvenuto e denunciato nei giorni scorsi è stato ricostruito nei dettagli dagli agenti del commissariato Borgo Ognina. I fatti sono avvenuti all’interno di un’area di servizio di via Passo Gravina.

La vittima, notando due autovetture impedivano l’entrata e l’uscita, avrebbe chiesto ai proprietari di spostare le vetture, ma i due, ancora a bordo con le rispettive famiglie tra cui figli minori, infastiditi dalla richiesta, sono scesi dalle loro auto offendendo e aggredendo anche fisicamente il malcapitato. L’uomo ha riportato fratture multiple e un trauma cranico al quale è stata diagnosticata una prognosi di 30 giorni.

Notando che l’uomo stava riprendendo la scena e i numeri di targa delle auto con il telefonino e non contenti della precedente aggressione, i due hanno continuato a picchiare la vittima minacciandola di morte.

Durante il pestaggio gli aggressori si sono qualificati “mafiosi” e lo hanno apostrofato come “sbirro e carabiniere” perchè si sarebbe servito dei video per denunciarli.

Dopo la vile aggressione i due pregiudicati si sono allontanati lasciando il poveretto per terra senza prestare soccorso.

Gli autori del pestaggio sono stati rintracciati a seguito di accertamenti e riscontri investigativi eseguiti anche attraverso la banca dati in uso alle forze dell’ordine, i due cognati hanno confermato i fatti e i motivi del diverbio finito in aggressione fisica.