SALMA DEL BOSS A PALERMO, QUESTORE VIETA FUNERALI PUBBLICI

Salma del boss a Palermo, questore vieta funerali pubblici. Il feretro del boss della Guadagna Salvatore Profeta è arrivata ieri a Palermo ed è stata scortata fino al cimitero di Sant’Orsola. Il questore ha vietato i funerali pubblici.

SALMA DEL BOSS A PALERMO, QUESTORE VIETA FUNERALI PUBBLICI

Salma del boss a Palermo, questore vieta funerali pubblici. il feretro di Salvatore Profeta è arrivata ieri da Tolmezzo all’aeroporto Falcone Borsellino di Palermo ed è stata scortata fino al cimitero di Sant’Orsola.

Il trasferimento è avvenuto nel massimo riserbo. Questa mattina la salma del boss della Guadagna verrà tumulato con una cerimonia privata che si svolgerà di mattina presto. Salvatore Profeta dal novembre 2016 si trovava nel carcere di massima sicurezza di Tolmezzo in Friuli.

Il boss stava scontando una pena di 8 anni e 2 mesi. Pare che la causa della morte sia dovuta ad un infarto. Il padrino della famiglia di Santa Maria di Gesù era ricoverato da dieci giorni in ospedale.

Profeta, capo della famiglia di Santa Maria di Gesù, è stato indicato da alcuni collaboratori di giustizia come “uomo d’onore” del clan sin dai tempi del suo storico capo Stefano Bontate.

Condannato per mafia, estorsione e droga, contro di lui le accuse del cognato, il falso pentito Vincenzo Scarantino autore di un depistaggio.

Era tornato in libertà nell’ottobre del 2011, a seguito della revisione della sentenza definitiva con cui era stato condannato all’ergastolo per la strage di via D’Amelio.

Dopo diciotto anni di detenzione, una volta libero, Salvatore Profeta ha ripreso immediatamente le redini del comando, anche grazie alla collaborazione dei suoi più stretti familiari.

Il riconoscimento del suo ruolo e del suo “peso mafioso” è stato sin da principio incondizionato, avallato pure da altri esponenti mafiosi di spicco, che, come documentato dalle indagini, hanno affermato la posizione di supremazia di Profeta, sottoponendosi al “rito del bacio in fronte”.

Gli investigatori avevano accertato anche che il capo famiglia godeva di un costante consenso popolare di cui ha potuto godere in modo incondizionato. Infatti, spesso molti residenti del rione “Guadagna”, quartiere connotato anche da degrado e omertà, si affidano a lui per la composizione dei privati dissidi.

Qualche tempo fa in occasione della processione della ‘Madonna Dormiente’, il corteo religioso ha deviato il suo naturale percorso, in segno di riverenza, ed è passato sotto il balcone dell’abitazione del mafioso.

La carcerazione di Salvatore Profeta nonostante si sia protratta per svariati anni non ha per nulla scalfito il controllo del mandamento, che è stato gestito nel suo nome e per suo conto da altri soggetti.

È rimasto sempre lui il referente delle attività imprenditoriali della famiglia che ha gestito anche tramite uomini fidati, primi fra tutti alcuni parenti anche loro arrestati nelle varie operazioni di polizia e carabinieri che sono state svolte negli ultimi anni.