Alluvione, Catania riparte e conta i danni. Molte sono le domande per la mancata pulizia delle caditoie che hanno generato molti allagamenti. Il responsabile comunale della protezione civile: «Noi ci siamo insediati ad agosto, queste gare vanno bandite ad aprile». Scuole chiuse in città e ad Aci Castello per verifiche tecniche e strutturali. Molti gli interventi dei vigili del fuoco nella zona sud.
ALLUVIONE, CATANIA RIPARTE E FA LA CONTA DEI DANNI
Alluvione, Catania riparte e conta i danni. In città e nel comune di Aci Castello sono iniziati i sopralluoghi e l’eventuale individuazione dei danni dopo la ‘bomba d’acqua’ che si è abbattuta violentemente sulla provincia etnea. I due Comuni sono stati tra i più colpiti dal flagello delle piogge. Gli amministratori hanno decretato la chiusura delle scuole per verificare ed effettuare accertamenti nelle strutture.
L’attività intensa dei vigili del fuoco è iniziata ieri pomeriggio e si è protratta per tutta la notte. Sono stati espletati quasi 70 interventi di soccorso sul territorio della provincia di Catania. E ancora continuano con una decina di azioni di soccorso in corso e poco meno di 50 in attesa di essere espletati.
Molte delle attività di soccorso sono stati svolti nei paesi della costa ionica e nell’area cittadina. Nella maggior parte dei casi si è intervenuti nella settore sud: zona Industriale, zona Aeroporto, San Giuseppe la Rena, Villaggio Santa Maria Goretti, Plaia. Molti disagi si sono registrati anche nell’aeroporto Fontanarossa, dove due voli provenienti da Roma e uno da Parigi, sono stati dirottati rispettivamente a Palermo e Lamezia Terme.
Super impegnate tutte le squadre disponibili sul territorio provinciale, comprese quelle dei distaccamenti volontari di Maletto e Linguaglossa. Nella maggior parte dei casi gli interventi interessano danni di vario genere dovuti a infiltrazioni d’acqua, locali allagati, intonaci pericolanti.
Le principali vie del centro e quelle nelle periferie si sono trasformate in veri e propri torrenti in piena, l’acqua caduta copiosamente durante il pomeriggio non è stata smaltita per la mancanza del canale di gronda e tutte le vie di fuga a terra erano intasate da detriti e spazzatura. l’assessore comunale alla Protezione civile, Alessandro Porto ha tenuto a precisare che: «La gara di pulizia dei tombini è stata bandita i primi di settembre e i tempi tecnici sono di 45 giorni. In effetti bisognava bandirla prima. Ma noi ci siamo insediati a luglio e ad agosto gli uffici sono chiusi. Questi lavori, invece, vanno banditi ad aprile, maggio per arrivare per tempo».
Tra le aree più vulnerabili, come accade ormai da anni, è il Villaggio Santa Maria Goretti che si trova a ridosso dell’aeroporto. In merito, l’assessore comunale Porto ha precisato: «Mercoledì, dopo il primo allagamento abbiamo pulito l’alveo lungo tutto il tragitto dell’agglomerato urbano. Ma la nuova ‘bomba d’acqua’ di ieri ha portato a valle nuovi detriti».
Sotto la rotonda di Fontanarossa s’incontrano il torrente Forcile e quello artificiale che convoglia le acque dell’aeroporto e di un centro commerciale: «Ed è lì che si crea un intoppo e l’acqua del torrente straripa invadendo le case. Basta che in quel tratto si raccolgano un po’ di detriti e il tappo è assicurato».
Il consigliere della IV municipalità, Erio Buceti aggiunge: «Sulle condizioni del sistema per il deflusso delle acque piovane catanese se non siamo all’anno zero, poco ci manca Condutture e tubature per decenni non sono mai stati manutenzionate attentamente con il risultato che oggi, ogni volta che si verificano giornate di forti temporali, l’intera città si allaga. I cinquanta millimetri l’acqua scesi dal cielo in meno di un’ora sono un evento che può ripetersi anche in futuro. Per queste ragioni a Catania i semplici interventi di pulizia di tombini e caditoie non bastano più».
In conclusione Buceti spiega: «Serve un lavoro radicale, completo e soprattutto definitivo – frutto di una programmazione risoluta – rivolta ai sottoservizi della città. Un’opera enorme che va affidata ad un soggetto terzo con il compito di procedere ad un piano di lavoro a breve, medio e lungo periodo. Uomini e mezzi adeguati che porti finalmente Catania a reggere alle terribili piogge che si succederanno in futuro Nelle tubature del capoluogo etneo viene convogliata tutta l’acqua piovana proveniente pure dai paesi dell’hinterland. Una mole spaventosa che gli attuali collettori e sistemi non riescono a reggere. La conseguenza sono i tombini che saltano e il traffico che si paralizza».
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