MALTEMPO: IL FURORE DELLA NATURA. 12 MORTI

Maltempo: il furore della natura. 12 morti. Fiumi esondano: 12 morti in Sicilia. Straripa a Casteldaccia il milicia, nel Palermitano: tra le 9 vittime due bimbi, l’acqua ha sommerso la villa in cui cenavano due famiglie. il superstite: «mi sono aggrappato a un albero». Il sindaco: «Casa abusiva, c’era ordine di demolizione». Cammarata: nel torrente l’auto noleggiata, coniugi travolti. A Vicari annegato un consigliere comunale. Disperso un medico che si stava recando in ospedale a Corleone. Il premier Conte nell’Isola: «Decreteremo lo stato di emergenza».

MALTEMPO: IL FURORE DELLA NATURA. 12 MORTI

Maltempo: il furore della natura. 12 morti. Anche la Sicilia flagellata dalle piogge, in provincia di Palermo l’acqua ha fatto esondare i corsi d’acqua tracciando un bilancio in termini di vite umane, pesantissimo: 12 le vittime, un uomo è disperso.

Nove le persone che hanno perso la vita, e tra queste due bambini di uno e tre anni che si trovavano in una villa situata al confine dei comuni di Altavilla Milicia e Casteldaccia, non distante dall’autostrada Palermo-Catania.

Sabato, poco dopo le 22,30 l’edificio è stato letteralmente travolto dall’acqua e fango del fiume Milicia, che ingrossato dalle piogge cadute è uscito dagli argini. La valanga d’acqua ha sommerso rapidamente il soffitto e le persone che si trovavano all’interno. Due famiglie si erano riunite per trascorrere insieme la serata e sono annegate.

Straziante il racconto della persona che si è salvata. Sono scampati, un uomo e una bambina: erano usciti per acquistare dei dolci. Una terza persona rimasta fuori dalla casa ha lanciato l’allarme col cellulare aggrappandosi a un albero e distrutto dal dolore racconta: «Mi sono accorto che l’acqua stava entrando a casa. A tutti ho detto: andiamo subito via. Ma, appena ho aperto la porta, sono stato investito da un fiume d’acqua che mi ha catapultato fuori. Mi sono aggrappato a un albero.

Con amarezza aggiunge: «Così sono sopravvissuto. Mio figlio Federico ha tentato di salvare la sorellina. Ma sono morti tutti e due. Ho visto le vetrate diventare scure, la luce è andata via, uno strato di fango si muoveva sul pavimento. Ci siamo spostati nella stanza accanto. E qui c’era mio figlio Federico che aveva in braccio la sorellina Rachele. Ci penso io, mi ha detto. Poi ho aperto la porta e non c’è stato più scampo».

In questa tragedia hanno perso la vita: Rachele Giordano, di un anno; Francesco Rugò, 3 anni; Federico Giordano, di 15 anni; la madre Stefania Catanzaro, 32 anni e moglie di uno dei tre sopravvissuti, Giuseppe Giordano; il nonno Antonino Giordano, 65 anni, e la moglie Matilde Comito, 57 anni; il figlio Marco Giordano, di 32 anni, e la sorella Monia Giordano, di 40; Nunzia Flamia, 65 anni. Le vittime vivevano in provincia di Palermo tra Santa Flavia e Bagheria.

Le testimonianze drammatiche: Clara Alongi, moglie di Matteo Giordano, figlio di due delle vittime dice: «Io, mio marito e mio figlio di 6 mesi siamo salvi per miracolo. Eravamo in quella casa fino alle 14». La famiglia di Giuseppe Giordano, con figli, nuore, nipoti, nonni e zii, si trovava nella casa di villeggiatura che affitta da due anni. In questi giorni erano sul luogo con i bambini per la ricorrenza dei morti e la casa era piena di regali, dolci e i caratteristici pupi di zucchero.

Sempre la Alongi aggiunge: «Noi siamo andati via perché il nostro bimbo è neonato». Una delle bambine Asia, 13 anni, e lo zio Luca Giordano, si sono salvati perché si erano allontanati per andare a fare spese. Mentre il sindaco del paese, Giovanni Di Giacinto ha detto: «E’ una tragedia immane».

Dove scorreva il fiume Milicia, adiacenti alla piana, villette senza argini o mura di cemento, vi sono anche baracche costruite alla meno peggio. E’ questa la zona dove è avvenuta la strage del maltempo a Casteldaccia. La casa dove sono morte 9 persone è a meno di 300 metri dal normale corso del fiume Milicia quasi sotto ai piloni dell’autostrada e vicino ci sono baracche di legno e lamiera e qualche prefabbricato.

Un centinaio di metri più avanti si trova la casa di riposo Martina. A destra del Milicia si apre un una piccola pianura dove vi sono agrumeti e anche qualche abitazione: anche queste sono state toccate dalla piena. Sotto la montagnola si trovava la villetta devastata dall’acqua. Gli abitanti della zona dicono che raramente il fiume ingrossato formava fango ma mai era avvenuto un allagamento impetuoso come quello dell’altra sera.

Le case erano costruite troppo vicine al fiume. Il procuratore di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, che ha sorvolato in elicottero la zona di Casteldaccia ha detto: «Ho visto un disastro totale». Cartosio ha aperto un’inchiesta sulla tragedia. L’ipotesi di reato non è stata ancora definita.

Il magistrato ha detto: «Stiamo valutando», «Stiamo accertando se gli edifici interessati dalla piena del fiume Milicia siano stati costruiti nel rispetto delle leggi e con le concessioni necessarie. Da primissime valutazioni, però, fatte sorvolando la zona, alcune costruzioni sembra siano molto più vicina all’alveo dei 150 metri di rispetto imposti dalle norme».

«La casa era abusiva, c’era ordine di demolizione», ha detto il sindaco di Casteldaccia Giovanni Di Giacinto: «La casa travolta dal fiume era abusiva e pendeva dal 2018 un ordine di demolizione del Comune che è stato impugnato dai proprietari dell’immobile davanti al Tar. Da quanto ci risulta ancora il tribunale amministrativo non ha provveduto, per cui la demolizione non è stata possibile».

La pratica relativa all’ordine di demolizione disposto dal Comune di Casteldaccia dopo l’accertamento dell’irregolarità della costruzione è stata sequestrata dalla Procura di Termini Imerese che sta indagando sulla morte delle nove persone travolte dalla piena del fiume Milicia.

L’impugnazione davanti al Tar del provvedimento emesso dall’amministrazione comunale ha bloccato l’esecuzione della demolizione. L’immobile non era sanabile in quanto realizzato a meno di 150 metri dal fiume, quindi in zona di inedificabilità assoluta.

Inquietante il quadro descritto da Giuseppe Virga, sindaco di Altavilla Milicia che ha detto: «tutte case abusive, denunciamo da tempo». Un territorio devastato dall’abusivismo. Almeno due lottizzazioni abusive, case fuori legge con fognature che scaricano nel fiume. “Da assessore e poi da sindaco – continua – ho fatto prima segnalazioni verbali ai carabinieri, poi un esposto alla Procura di Termini Imerese insieme all’ex sindaco di Casteldaccia Fabio Spatafora».

Aggiunge Virga: «La zona in cui è esondato il fiume Milicia è ad altissimo rischio, non solo per le condizioni dell’alveo che va ripulito ma per l’enorme numero di case abusive costruite. Lo denunciamo da anni. L’ultimo esposto è di un anno fa e l’ho fatto con l’ex sindaco di Casteldaccia».

Virga, nel corso del suo mandato ha già demolito 15 costruzioni abusive e in merito dice: «Alcune delle case travolte dalla piena si trovano nella zona in cui in primavera avverranno una serie di demolizioni di immobili abusivi. Sono anni che denunciamo una lottizzazione abusiva in un’area a grandissimo rischio. Non è la prima volta che il fiume Milicia straripa».

A Cammarata, in provincia di Agrigento, i vigili del fuoco hanno trovato i corpi di due persone travolte con la propria auto da un torrente esondato: sono Cosimo Fustaino, 54 anni originario di Valledolmo (Cl), e la moglie tedesca di 47 anni, entrambi residenti in Germania. La tragedia è avvenuta in contrada Sant’Onofrio. Avevano noleggiato la vettura, che è stata ritrovata nel torrente. Un cadavere era a circa 100 metri dall’auto, l’altro a oltre 500 metri. La coppia era arrivata da Francoforte da un paio di giorni.

I coniugi avrebbero dovuto trascorrere un breve soggiorno nell’Agrigentino. L’altra notte, lungo una strada interpoderale di contrada San Martino, mentre stavano rientrando verso casa sono stati investiti da una frana. La montagna di detriti ha fatto precipitare l’auto in un burrone profondo circa 30 metri.

Mentre ad Agrigento sono state evacuate 50 famiglie per l’esondazione dell’Akragas.

Consigliere comunale perde la vita nel comune di Vicari. Sempre in provincia di Palermo è stato trovato morto un uomo: si tratta di Alessandro Scavone, 44 anni titolare di un distributore di carburanti. L’uomo è stato sbalzato fuori dalla sua jeep e trascinato dalla furia dell’acqua del fiume San Leonardo. Con lui un amico che è riuscito a salvarsi lanciandosi dalla vettura. I due erano andati a soccorrere un giovane rimasto al distributore.

Scavone era anche consigliere comunale a Salemi, comune in provincia di Trapani, dove il sindaco Domenico Venuti ha proclamato il lutto cittadino per il giorno del funerale. Venuti è intervenuto sul fatto luttuoso accaduto: «Una tragedia spaventosa, Salemi perde un giovane conosciuto e stimato, che amava la vita e la sua città».

Un medico Risulta invece disperso, si tratta di Giuseppe Liotta, 40 anni, medico palermitano che si stava recando nell’ospedale di Corleone per prendere servizio. La sua auto è stata trovata in contrada Raviotta, tra Ficuzza e Corleone, sulla statale 118 interrotta in diversi punti per smottamenti e allagamenti.

In provincia di Agrigento, al confine fra Ribera e Cattolica Eraclea, un pastore di 25 anni, di cui non si avevano notizie da diverse ore, è stato salvato dai carabinieri e trasportato in ospedale dopo che nella tarda serata di ieri era stato travolto dalla piena del fiume Platani. Il venticinquenne era riuscito a rifugiarsi in un casolare dove è stato trovato dai militari in stato di ipotermia. I carabinieri l’hanno raggiunto con l’ausilio di un trattore messo a disposizione da un contadino della zona.