STAGIONE TEATRO MOBILE, SUCCESSO DELLA PRIMA – INTERVISTE

Stagione Teatro Mobile, successo della prima. ‘La Sicilia spiegata agli eschimesi’ di Ottavio Cappellani, sul palco con Plinio Milazzo, Francesca Ferro e Guglielmo Ferro, ha suscitato fragorose risate e numerosi commenti di apprezzamento da parte del pubblico.

STAGIONE TEATRO MOBILE, SUCCESSO DELLA PRIMA – INTERVISTE

Stagione Teatro Mobile, successo della prima – Interviste. Grandiosa partenza per la terza stagione del Teatro Mobile, con “La Sicilia spiegata agli eschimesi” il 17 novembre al Teatro Abc. Una stagione che promette modernità e originalità non poteva scegliere rappresentazione migliore per iniziare.

Lo spettacolo di Ottavio Cappellani, sul palco con Plinio Milazzo, Francesca Ferro e Guglielmo Ferro, ha suscitato fragorose risate e numerosi commenti di apprezzamento da parte del pubblico, che si sente a suo agio fin dall’apertura del sipario.

Infatti, la scenografia essenziale costringe il pubblico a focalizzare l’attenzione completamente sugli attori, che si scambiano battute brillanti, ridono e scherzano, facendo quasi dimenticare agli spettatori di star assistendo ad uno spettacolo teatrale: l’atmosfera intima ricorda più quella di una conversazione tra amici. Eppure, gli attori non escludono il pubblico, anzi: la partecipazione del pubblico diventa fondamentale (Cappellani arriva perfino a rompere la quarta parete).

Tanti dialoghi e pochissime azioni, eppure gli attori riescono a mantenere il pubblico interessato dall’inizio alla fine, grazie alle battute spassose, accompagnate da interessanti riflessioni che sfatano uno per uno i miti sulla Trinacria, guardandola da una prospettiva diversa, diretta conseguenza dell’importanza che l’argomento trattato ha per ognuno dei creatori del progetto.

Ed è così che “La Sicilia spiegata agli eschimesi” viene anche spiegata ai Siciliani, con toni che passano senza sforzo dall’ironico al serio, dal rassegnato allo speranzoso. Viene discusso tutto ciò che riguarda la Sicilianità, lo si prende, lo si analizza, lo si commenta ed infine il pubblico è portato a guardarlo con una luce nuova, diversa e soprattutto reale.

Lo spettacolo in un unico atto conquista il pubblico, con i dialoghi acuti e pungenti, intervallati dalle entrate in scena di Mario Venuti, che con chitarra e voce si esibisce in pezzi ipnotici che ancora una volta catturano l’attenzione del pubblico, suscitando grandi emozioni e coinvolgendolo.

 

Una pausa rilassante dal susseguirsi dei dialoghi e gli spettatori possono lasciarsi trasportare dall’atmosfera serena e raccolta creata dalla musica di Venuti.

I dialoghi degli attori, o meglio, la conversazione di un gruppo di amici è accompagnata da un susseguirsi di immagini proiettate su uno schermo in fondo al palco, il tutto gestito da Francesco Maria Attardi.

Ed è proprio qui che il pubblico capisce il senso della pièce: un’analisi ironica della vera essenza della Trinacria, come se venisse messa su un tavolo ed esaminata in tutte le sue parti.

In questo modo, tra una battuta e l’altra (senza mai scadere nello squallore), agli spettatori viene presentato un quadro completo dell’isola, un quadro che ne analizza tradizioni e presente, con spirito ironico e satirico, che lascia il pubblico con il sorriso sulle labbra e qualche consapevolezza in più.

Valentina Reito

Foto e servizio video – Davide Sgroi