Terrorismo, arresti tra Palermo e Trapani. Maxi operazione della Dda, dei carabinieri del Ros e dei comandi provinciali. I fermi sono stati effettuati per immigrazione clandestina e istigazione al terrorismo.
TERRORISMO, ARRESTI TRA PALERMO E TRAPANI
Terrorismo, arresti tra Palermo e Trapani. Il capo della banda in un uno dei suoi tanti profili sui social network scriveva: «C’è solo una morte per questo deve essere nel nome di Allah».
L’uomo tra un viaggio e l’altro per trasportare i migranti dalla Tunisia alla Sicilia inneggiava al terrorismo e postava video dei tagliagole di Daesh.
Il tunisino al momento è latitante ed è una delle quindici persone inserite nel provvedimento di fermo eseguito dai carabinieri del Ros e dei comandi provinciali di Palermo, Trapani, Caltanissetta e Brescia, su ordine della Procura distrettuale antimafia di Palermo.
Sono otto finora gli arrestati – tutti tunisini, tranne un marocchino e due palermitani che vivono fra Marsala, Palermo, Erice e Piana degli Albanesi. I due palermitani avrebbero fatto affari con i tunisini.
L’organizzazione utilizzava potenti gommoni di ultima generazione mettendo in atto i cosiddetti sbarchi “fantasma” che, lontano dai porti chiusi dal Governo italiano, alimentano la catena degli arrivi sulle coste siciliane.
Nell’ultimo anno e mezzo sarebbero stati centinaia gli sbarchi clandestini. Molti migranti non vengono intercettati né dalle navi delle Ong né da quelle della guardia costiera e sfuggono alle statistiche.
Il blitz ricostruisce per ultimo uno sbarco avvenuto a Mazara del Vallo lo scorso ottobre. Si tratta di persone che si muovono in piccoli gruppi e sborsano sei mila dinari tunisini, circa 2.500 euro, per giungere in Sicilia.
Inoltre resta il sospetto inquietante che l’Isola possa essere stata la porta d’Europa per i gruppi che hanno seminato orrore e morte con gli attentati.
Il reato contestato dal procuratore Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Marzia Sabella e dai sostituti Claudia Ferrari e Calogero Ferrara è istigazione a delinquere con l’aggravante terroristica a uno dei fermati che utilizzava la rete per fare proselitismo. Su Facebook e Twitter condivideva le immagini dei boia dell’Isis o esaltava gli attentati dell’undici settembre negli Stati Uniti.
Gli altri reati per cui si indaga sono favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed esercizio abusivo dell’intermediazione finanziaria. Lungo la stessa rotta dei migranti transitavano grosse quantità di sigarette di contrabbando, vendute al mercato nero della città. Anche per questa ragione l’organizzazione muoveva grosse somme di denaro.
Su ordine della Dda di Palermo sono stati fermati: Monti Ltaief, 47 anni, tunisino, Aymen Ouafi, tunisino, 34 anni, Noureddine Jallali, tunisini, 47 anni, Mohamed El Kouch, marocchino, 29 anni, Hassen Fadhlaoui, tunisino, 27 anni, Michele Mercurio, palermitano, 62 anni e Salvatore Sutera, palermitano, 56 anni. Altri sette indagati risultano latitanti.
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