PRECARI DEL BELLINI OCCUPANO IL TEATRO

Precari del Bellini occupano il teatro. A Catania monta la protesta contro la mancata stabilizzazione e il taglio dei fondi regionali. Il segretario regionale del sindacato Snalv Confsal Antonio Santonocito denuncia il: «tentativo di affossamento del Bellini che va avanti da troppi anni e che, nonostante i tanti proclami, si aggrava sempre più».

PRECARI DEL BELLINI OCCUPANO IL TEATRO

Precari del Bellini occupano il teatro. I lavoratori precari del Massimo Bellini di Catania dalle ore 6 di questa mattina hanno occupato il teatro per protestare contro la mancata stabilizzazione e il taglio dei fondi regionali.

Con una nota il segretario regionale del sindacato Snalv Confsal Antonio Santonocito denuncia il: «tentativo di affossamento del Bellini che va avanti da troppi anni e che, nonostante i tanti proclami, si aggrava sempre più».

Poi aggiunge: «Da una parte abbiamo una ventina di lavoratori tenuti in uno stato di precariato cronico senza motivo apparente, dall’altro i fondi regionali per il funzionamento del Teatro vengono decurtati sempre più. Non si tratta di un caso, ma di un preciso piano di distruzione del teatro dedicato all’illustre catanese Vincenzo Bellini».

Continua Santonocito: «L’ennesima promessa di stabilizzazione è dello scorso dicembre. L’assessore regionale Pappalardo parlava allora della possibilità di iniziare la stabilizzazione già l’indomani dell’incontro con i  lavoratori e il sindacato che li rappresenta, ma per l’ennesima volta siamo di fronte a delle promesse non mantenute.

Inoltre il segretario del sindacato evidenzia: «Soprintendente e Assessore inoltre, dicono cose contrastanti. Sembrano avere entrambi ragione, ma alla fine ciò che regna è soltanto la confusione e i lavoratori si sentono fortemente presi in giro. Non solo. L’Ars ha anche decurtato i trasferimenti».

Poi conclude: «È la riprova che la politica regionale vuole affossare il Teatro Bellini. L’assessore Pappalardo ha ancora una volta, immeritatamente, ha preso in giro i lavoratori che hanno garantito la sopravvivenza del Teatro. Siamo ben lontani dalla stabilizzazione attraverso la legge Madia, tanto chiesta quanto promessa, come siamo lontani dall’avere stanziati i soldi necessari all’attività del teatro».