Applauditissimo ‘Il Principe del foro’ al Brancati - interviste. Gran successo al Teatro Brancati di Catania con Il principe del foro di Pippo Pattavina, diretto da Ezio Donato, liberamente tratta dal vaudeville Durand Durand.
APPLAUDITISSIMO ‘IL PRINCIPE DEL FORO’ AL BRANCATI – INTERVISTE
Applauditissimo ‘Il Principe del foro’ al Brancati – interviste. La pièce ha esordito al Brancati giovedì 21 alle ore 21:00, nell’ambito della Stagione impaginata dal Teatro della Città – Centro di Produzione Teatrale, Il principe del foro, commedia in due atti di Pippo Pattavina (liberamente tratta da Durand et Durand, scritta nel 1887 da Albin Valabrègue e Maurice Ordonneau) e diretta da Ezio. Prodotta dall’Associazione Città Teatro, la commedia sarà in scena fino al 7 aprile.
In scena, insieme allo stesso Pippo Pattavina, un ricco cast composto da Giampaolo Romania, Riccardo Maria Tarci, Raffaella Bella, Aldo Toscano, Lucia Portale, Olivia Spigarelli, Enrico Manna, Raniela Ragonese e Giulia Oliva. Le scene sono di Susanna Messina, i costumi delle Sorelle Rinaldi e le luci di Sergio Noè.
Commedia di equivoci e scambi di persona, ambientata nel ventennio fascista, questa riscrittura nasce per vicissitudini particolari, ci spiega Pippo Pattavina: «per quanto riguarda questo testo mi capitava spessissime volte tra le mani l’originale francese, testo di fine ottocento, e altrettante volte lo riponevo perché non mi piaceva, continuamente».
Continua il famoso attore siciliano: «Mi ha incoraggiato per il titolo, Durand Durand, che sono i cognomi di due cugini, uno un celebre avvocato e l’altro un ottimo salumiere, per cui c’è questo scambio di persona. Partendo da questa omonimia l’ho voluta riscrivere di sana pianta».
Aggiunge il maestro: «In questo trattamento che ne ho fatto ho completamente sventrato la commedia originale e l’ho voluta riportare ai tempi moderni, anche se con Ezio Donato, il regista, abbiamo voluto riportarla nel 1930 durante il regime fascista, con dei rimandi al duce, al periodo dell’impero
Conclude Pattavina: «è una commedia brillante alla maniera di Aldo De Benedetti dove si ride, ma non in maniera grassa, si sta con il sorriso sulle labbra dall’inizio alla fine».
Il titolo della riscrittura nasce proprio da uno dei personaggi, Alberto Impallomeni, grande avvocato principe del foro, di cui cugino omonimo di professione salumiere per delle vicissitudini prende l’identità, così che quell’altro continua ad essere il principe del foro, non sapendo che il cugino si spaccia per lui.
È tutto un susseguirsi di grandi equivoci e di risate perché il pubblico in sala sa perfettamente chi sono i due personaggi. Sono classici della commedia dei primi del ‘900, quella dei telefoni bianchi che allora imperava ed era estremamente rappresentata.
La storia quindi si snoda partendo dai due cugini, uno un avvocato di successo e l’altro un salumiere di tutto rispetto, a cui si incrociano poi tutti gli altri personaggi, dal suocero convinto fascista e approfittatore che mai sopporterebbe la vergogna di avere per genero un salumiere alla suocera che invece non gradisce avere per genere un grande principe del foro.
L’atmosfera rimanda sicuramente al 1930 ed emblematica per questo è la figura del suocero, interpretato da Pippo Pattavina, il classico parvenu, che si presenta al primo atto in camicia nera, perché lui è un convinto assertore del fascismo, un mussoliniano e lo dimostra nell’atteggiamento, nelle movenze, nella vocalità. È un opportunista, che non esita a cambiare posizione quando lo richiede la situazione, cosa che poi avverrà nel finale.
Il regista Ezio Donato, in merito alla commedia ci dice: «All’inizio si era pesato di collocarla negli anni delle commedie dei telefoni bianchi, che sono un po’ prima del ’30, cioè negli anni ’20, e a un certo punto per il tipo di battute, per la situazione un po’ paradossale, un pò grottesca, spostandola di dieci anni siamo andati a 
finire durante il ventennio fascista e questo ci ha permesso anche di ridere di tanta mitologia, si può dire ormai, che c’è sul ventennio e quindi ad immaginarci anche attraverso le piccole cose, i piccoli equivoci e anche attraverso le paradossalità della vita».
Sicuramente una commedia che ha riscosso un gran successo, ha suscitato tanta allegria stimolando vere risate tra il pubblico che ha seguito con tanta attenzione i due gli atti, lasciandolo soddisfatto, mostrando un mondo un po’ lontano, quasi mitico, ma in realtà molto più attuale di quanto si pensi.
Alessia Consiglio
Foto e servizio video Davide Sgroi
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