MASSACRATO DI BOTTE PERCHÉ NON FA PROSTITUIRE LA MOGLIE INCINTA

Massacrato di botte perché non fa prostituire la moglie incinta. Due fratelli del Kosovo pestati a sangue nel centro storico di Catania a causa del rifiuto di fare prostituire la convivente di uno dei due. Ad agire un commando di connazionali armati di pistole, spranghe e mazze da baseball. La polizia ha effettuato 5 arresti.

MASSACRATO DI BOTTE PERCHÉ NON FA PROSTITUIRE LA MOGLIE INCINTA

Massacrato di botte perché non fa prostituire la moglie incinta. Si è trattato di una vera e propria spedizione punitiva. Il rifiuto di far prostituire la convivente in avanzato stato di gravidanza ha scatenato una feroce rappresaglia contro un uomo e il fratello, Kosovari.

I due sono stati pestati a sangue da cinque connazionali che la polizia di Catania è riuscita a identificare e arrestare.

Gli indagati sono: Severdzan Bajirami, 36 anni, Veton Sabani, 43, Djeimsi Berisha, 30, Leonard Bajrami, 19, e Erdan Berisa, 24. I primi tre sono stati tradotti in carcere, gli altri due ai domiciliari. Sono accusati di tentato omicidio nel corso di una rissa avvenuta la sera dell’undici febbraio scorso nel centro storico di Catania.

I due fratelli sono stati colpiti, il primo al capo con una spranga di ferro e l’altro in bocca con il calcio di una pistola, subendo la rottura degli incisivi e dei canini superiori e inferiori. Rispettivamente sono stati ricoverati negli ospedali Cannizzaro e Garibaldi Centro del capoluogo etneo con vistose ferite alla testa e al volto.

Due degli aggressori erano armati di pistola. La polizia durante le perquisizioni ha trovato anche un manico di stecca da biliardo spezzato, una chiave da lavoro, una mazza in legno da baseball e un tubo in ferro con tracce di sangue.