SBARCO SEA WATCH, SALVINI SI INFURIA IN TV

Sbarco Sea Watch, Salvini si infuria in tv. Il ministro durante l’intervista segue lo sbarco in diretta. I 5 stelle: «Nessuno dei nostri ha aperto i porti, la decisione arriva dal pm di Agrigento». Indagato il comandante.

SBARCO SEA WATCH, SALVINI SI INFURIA IN TV

Sbarco Sea Watch, Salvini si infuria in tv. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini assiste in diretta allo sbarco dei migranti della Sea Watch a Lampedusa mentre è ospite del programma “Non è L’Arena”.

Il ministro dell’Interno per tutta la giornata aveva ribadito che nessuno sbarco sarebbe stato autorizzato.

Ecco perché, quando gli vengono mostrante le immagini dei primi trasbordi dei 47 migranti, Salvini prorompe: «Se qualche ministro ha dato l’autorizzazione a sbarcare gli immigrati, se qualcuno vuole aprire i porti e aiutare gli scafisti ne risponderà davanti agli italiani».

Nei primi minuti, durante la trasmissione non si capisce, chi abbia dato l’autorizzazione allo sbarco.

L’irritazione di Salvini si percepisce: «C’è una nave sotto sequestro. Spero venga tratto in arresto l’equipaggio di questa nave. Potevano rimanere sulla nave gli immigrati irregolari».

Poi conclude: «Per il ministro degli Interni i porti devono rimanere chiusi», insiste il leader della Lega, che poi sentenzia ad alta voce: «Qui o è stato il procuratore Patronaggio o Toninelli».

Subito dopo, sempre in diretta arriva la precisazione del portavoce M5s: «Nessun ministro del Movimento ha aperto i porti».

Successivamente viene spiegato che lo sbarco sia l’effetto del sequestro della Sea Watch deciso del procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio.

Poco dopo che Salvini lascia il collegamento, è Toninelli a sbottare: «Se ha qualcosa da dirmi, me la dica in faccia. Non parli a sproposito del sottoscritto in tv».

Poi aggiunge: «E’ evidente che l’epilogo della vicenda è legato al sequestro della nave da parte della magistratura, non serve un esperto per capirlo. Magari il ministro dell’Interno si informi prima di parlare».

Intanto la Procura di Agrigento ha iscritto il comandante della nave Arturo Centore sul registro degli indagati, con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Il provvedimento è stato notificato dalla guardia di finanza nel momento del sequestro probatorio della nave ong.

Il procuratore Patronaggio già ieri sera aveva annunciato: «Si valuteranno le responsabilità della ong».