Turandot, opera avvolta dal mistero - interviste. Calore ed entusiasmo del pubblico a Taormina per la l'opera lirica di Giacomo Puccini del regista Enrico Stinchelli.
Turandot, opera avvolta dal mistero – interviste
Turandot, opera avvolta dal mistero – interviste. Consenso di pubblico per Turandot, opera pucciniana rappresentata al Teatro Antico di Taormina.
Gli spettatori dimostrano calore ed entusiasmo, tributando molti applausi.
Turandot è un’opera lasciata incompiuta da Giacomo Puccini e successivamente completata da Franco Alfano.
La prima rappresentazione avvenne nel Teatro alla Scala di Milano il 25 aprile del 1926.
In quel tempo diresse Arturo Toscanini, il quale arrestò la rappresentazione a metà del terzo atto.
Il grande artista si fermò proprio dopo l’ultima pagina completata dall’autore.
Tra gli studiosi, c’è chi sostiene che l’opera sia rimasta incompiuta, non per il progredire della malattia che affliggeva l’autore.
Ma restò incompleta per l’incapacità o l’intima impossibilità da parte del Maestro di interpretare quel trionfo d’amore conclusivo.
Puccini cercò di risolvere il nodo cruciale del dramma, ovvero la trasformazione della principessa Turandot, algida e sanguinaria, in una donna innamorata.
Il Teatro Antico ha accolto il 3 settembre, il dramma lirico Turandot, con l’organizzazione di Marcello Giordani.
Questa prestigiosa produzione è firmata dalla YAP+ (Atelier Young Artist Plus).
Il regista, Enrico Stinchelli, ha affermato che seguendo la musica di Puccini ne è derivata la regia di questa favola musicale.
Ancora Stinchelli aggiunge: «Ho cercato di rendere l’aspetto favolistico, entrando in teatro dove si trova un’atmosfera magica».
Il Direttore d’orchestra e Maestro concertatore è James Meena, che ha dichiarato il forte piacere che prova nel dirigere questo grande capolavoro.
I costumi sono firmati da Franca Squarciapino, già premio Oscar nel 1991.
Elina Ratiani, soprano georgiano e interprete di Turandot, si dimostra a suo agio vocalmente, fraseggia con energia, l’emissione risulta gradevole in zona medio-bassa e negli acuti.
Il suo è un personaggio complesso, una principessa dal cuore di ghiaccio, che odia gli uomini in seguito ad aver visto le violenze che subì su nonna da parte degli uomini stranieri.
Turandot vincerà i suoi fantasmi ancestrali e la paura di abbandonarsi all’amore dopo essersi misurata con Calaf e Liù.
Nei panni del Principe Ignoto Calaf, il tenore Marcello Giordani, il suo personaggio ha l’arduo compito di far sciogliere la principessa di gelo con il suo amore.
Giordani, canta con solida professionalità, esibendo notevole sicurezza.
Il ruolo della fedele schiava Liù è stato affidato a Maria Luisa Lattante che ha sostituito Sharon Azrieli.
L’interprete ha una buona attrattiva timbrica e sa ben dosare la voce.
Maria Luisa Lattante, definisce Liù come il personaggio positivo della vicenda.
Proprio lei alla fine sacrifica se stessa per amore, consentendo così il cambiamento della principessa.
Ottime le interpretazioni di Giovanni Guagliardo nei panni di Ping, Enrico Terrone nel ruolo di Pong, e Pang impersonato da Riccardo Palazzo.
Nei panni del padre Timur Angelo Sapienza, mentre Mandarino è Marco Zarbano che hanno saputo tenere con professionalità i loro ruoli canori.
Francesco Ruggeri è l’imperatore Altoum, mentre il Principe Di Persia è stato impersonato da Franco Frisenna, ambedue con buona voce.
Bene Letizia Seminara e Claudia Ceraulo nel ruolo delle ancelle.
Ottima interpretazione del Coro interscolastico “Vincenzo Bellini” diretto dal Maestro Daniela Giambra, i bambini del coro hanno interpretato quattro momenti musicali.
Il maestro Francesco Costa ha ben diretto Il Coro lirico siciliano sempre presente nei momenti importanti.
I maestri collaboratori sono Gaetano Costa e Ivan Manzella. l’opera vede come aiuto regia Mariarita Zappalà e la scenografia è di Paola Avallato.
I retroscena, trucco e parrucco sono stati coordinati da Alfredo Danese e Massimo Leotta che hanno ricevuto i complimenti del regista.
Giada Pagliari
Foto e montaggio video Davide Sgroi
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