Presentato al Pescebanana La dimora del Graal. Il libro “La dimora del Graal” (2019, ed. Akkuaria), è stato illustrato alla libreria Pescebanana di Catania.
Presentato al Pescebanana La dimora del Graal
Presentato al Pescebanana La dimora del Graal. Il libro “La dimora del Graal” (2019, ed. Akkuaria), è stato illustrato alla libreria Pescebanana di Catania.
Poesie di Dominga Carrubba e fotografie di Claudio Bonaccorsi.
L’incontro è stato moderato da Vera Ambra, Presidente dell’Associazione Akkuaria, e curata dal magistrale Dario Miele.
Cosa rappresenta il Graal? Forse una poesia che intercala emozioni alle immagini.
Oppure un luogo immaginario, che prende forma nella conoscenza della sinestesia dei sensi.
Il dialogo con gli autori ha svelato il percorso del libro e il filo conduttore che porta al Graal.
Incontratisi nel 2018 durante un concorso artistico a Spoleto, i coautori hanno subito pensato ad una possibile collaborazione.
Avrebbero messo in risalto le proprie emozioni nell’incontro delle rispettive produzioni artistiche.
Nasce così quest’ opera, dove entrambi gli artisti siciliani effettuano un percorso dalle meraviglie della natura alle verità più profonde dell’animo umano.
Dario Miele presenta “La dimora del Graal” come un testo dove i generi artistici si amalgamano, creando nuove prospettive.
Così commenta:
«Gli eleganti versi della poetessa Dominga Carrubba si alternano e si accompagnano alle pittoresche fotografie di Claudio Bonaccorsi.
Il Graal rappresenta il luogo del “Tutto”, dove l’universo si manifesta in tutte le sue forme e dimensioni, da quelle più vaste a quelle più intime.»
Poi aggiunge:
«Nella prima parte del testo poesie e foto immergono nel mondo della Natura: campi fioriti, mari, distese di sabbia, scogliere e vette innevate.
Dio è un tutt’uno con la Natura, attraverso la quale manifesta la propria maestosità.»
Come illustrano alcuni dei versi sulle foto naturalistiche:
“[…]La pioggia / travolta / dal vento / in ascesa / bagnava / lo sguardo / nella nebbia / perduto[…]”
“Svettava / innevata / la Montagna / del fuoco / nei gorghi / fioccati / sui fumi / sottili / e le grotte/ segrete / nel mito templare[…]”
Prosegue il relatore:
«Proprio alla stupenda foto dell’Etna innevata si accompagnano i versi contenenti la “dimora del Graal”.
Ovvero il vulcano anzi “a muntagna”, come viene chiamata dai catanesi, luogo dove convivono gli elementi della terra: acqua, terra, vento e fuoco.
Un’immensa forza che al tempo stesso è distruttrice e creatrice, un ventre materno capace di contenere dentro di sé quel “Tutto”, che rimane il filo conduttore dell’opera.»
Nell’analisi della seconda parte del libro, Dario Miele rileva come l’attenzione si sposti sulle contraddizioni e bellezze della Sicilia.
Ma anche sulle professioni e tradizioni, che sono rappresentate in maniera egregia da Claudio Bonaccorsi, con fotografie dai colori e sembianze che potremmo definire “caravaggesche”.
Continua:
“I versi di Dominga Carrubba diventano evocativi di un passato ormai lontano, e comunque presente.
E` il passato del mondo classico, di cui la Sicilia fu grande protagonista: Scilla e Cariddi, Teseo, i Sicani, gli Elimi, Enea e poi ancora Verga, il barocco e tanto altro.
Si percepisce un velo di malinconia per un presente forse molto distante da quegli antichi fasti.»
L’interiorità e le percezioni dell’animo umano rappresentano le tematiche dell’ultima parte del libro.
Dario Miele aggiunge:
«Qui il bianco e nero prendono il sopravvento sui colori, e i versi cantano di solitudine, abbandono e delle maschere che ognuno di noi porta nelle quotidianità della vita».
“[…]la maschera / buffa / in messinscena / abbigliata / che mima / la vita / dell’Uomo / più solo
Nel disincanto / del gioco / è il muto / riparo / per l’anima / nuda”
La nota critica si conclude sullo scorrere veloce della vita, quasi fosse la crisalide evocata dalla poetessa.
Il relatore Sintetizza dalle dichiarazioni della poetessa: «l‘incontro con l’altro, la comprensione e l’accoglienza rimangono le vie di fuga».
Non tralasciando che “siamo / tutti / granelli / prestati / alla sabbia” di un unico universo…“come fratelli / e custodi / di un cammino / corale [… ]”.
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