Questi fantasmi al Brancati di Catania. In scena una nuova edizione del noto lavoro comico/amaro di Eduardo De Filippo, affidata alla regia di Armando Pugliese.
Questi fantasmi al Brancati di Catania – interviste
Questi fantasmi al Brancati di Catania – interviste. Il 9 gennaio (e fino al 26), alle 21, riprende, con il nuovo anno, la stagione teatrale al Brancati.
In scena è una nuova edizione del noto lavoro comico/amaro di Eduardo De Filippo, “Questi fantasmi!”, affidata alla regia di Armando Pugliese.
Norma Martelli è l’aiuto-regista, i costumi sono delle Sorelle Rinaldi, le luci di Antonio Licciardello e il coordinamento di Rossella Messina.
Gli attori (Angelo Tosto, Maria Rita Sgarlato, Olivia Spigarelli, Plinio Milazzo, Emanuele Puglia, Paola Bonaccorsi,
Leonardo Zappalà, Gianpaolo Romania, Elisabetta Alma, Enzo Tringale) sono i protagonisti delle vicende tragicomiche che animano la commedia.
“Questi fantasmi!”,commedia di eccezionale successo di pubblico forse per il fitto intreccio tragicomico che la caratterizza, è uno dei capolavori di Eduardo De Filippo.
Il regista Armando Pugliese lo ribadisce mentre ricorda di aver messo in scena questo lavoro nel passato per Luca De Filippo,
e poi per Silvio Orlando, sottolineando la sua riflessione “sulle influenze scarpettiane e su quelle pirandelliane nella stesura eduardiana”.
Scritta nel 1945 e rappresentata l’anno dopo all’Eliseo di Roma, la commedia si ispira ad una vicenda di Eduardo Scarpetta, padre naturale dei De Filippo.
Questi, costretto a lasciare improvvisamente la propria abitazione, riuscì a trovare subito una nuova, grande casa, stranamente con un affitto minimo.
Perché? La casa era frequentata da un “monaciello”, che faceva sentire la sua ansiogena presenza, costringendo la famiglia a un nuovo trasloco.
Nasce così ‘Questi fantasmi!’.
L’azione ruota attorno ad un classico ‘triangolo’ che si agita tra ‘generosi fantasmi’, sentimenti contrastanti, inganni e adulteri in un’atmosfera grottesca.
Pasquale Lojacono in un appartamento di uno storico palazzo seicentesco con la giovane moglie Maria,
all’oscuro del fitto gratuito per cinque anni in cambio di dimostrare l’assenza di ‘fantomatici fantasmi’ mostrando serenità e allegria.
Chiacchierando con il portiere e con il “dirimpettaio” ( famoso il monologo del caffè),
il nostro protagonista incomincia a credere all’esistenza degli spiriti, scambiando l’amante della moglie, Alfredo, proprio per un fantasma.
La generosità dello spirito/amante, pronto sempre ad elargire sostanziosi aiuti economici mette in moto una sorta di commedia degli equivoci (o delle verità ignorate volutamente?).
Sulla scena si scontrano l’ingenuità (?) di Pasquale – felice per la soluzione dei problemi economici- con i sensi di colpa di Maria,
i maneggi del profittatore portiere, la passione di Alfredo e lo sdegno della sua famiglia. Quando l’amante sembra decidere di sparire,
la storia si avvia alla conclusione.
Pasquale – che ‘ci è o ci fa? – riesce a chiedere al ‘fantasma’ un ultimo aiuto economico, per riconquistare la moglie;
Alfredo gli lascia un pacco di banconote e scompare dalla loro vita.
Furbizia o credulona ingenuità?
Eduardo ci dice: “Pasquale Lojacono i fantasmi li vede… Se si ha una moglie bella è necessario credere nei fantasmi!”.
Ma anche misoginia: “Scema no… un po’ cretina, insomma più cretina di prima”. …”Perché, era già cretina?”… “No, ma è donna.”…”Perché, le donne sono cretine?”… “Non sono uomini!”.
E preconcetti: il ‘becco’…della caffettiera?
Ma, al di là del discrimine tra ‘fesso o furbo’, tra amarezze e risate, che caratterizza Pasquale, il regista Pugliese vuole ribadire:
“sono le donne le vere vittime di questa storia…anche gli uomini sono vittime – vittime di se stessi
– chi per la propria miseria morale, chi per la mancanza di coraggio, chi per la propria avidità e per la propria furbizia,
chi per la propria meschineria. Non se ne salva uno.”
Anche i protagonisti nelle interviste rilasciate al nostro giornale hanno puntualmente sottolineato le caratteristiche dei loro ruoli,
dichiarando la loro adesione e al messaggio dell’autore e alla versione realizzata dal regista.
Molto applaudito lo spettacolo da un pubblico partecipe che ha mostrato di gradire lo spirito del regista e l’interpretazione degli attori.
Silvana Raffaele
Foto e montaggio video Davide Sgroi
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