Crisi Serie C, tre possibili sviluppi

Crisi Serie C, tre possibili sviluppi. Secondo quanto reso noto da un comunicato ufficiale, la Lega Pro avrebbe stimato un danno economico legato all'allarme Covid-19 che partirebbe da 20 milioni di euro fino a una vetta di 84 milioni circa.

Crisi Serie C, tre possibili sviluppi

Crisi Serie C, tre possibili sviluppi. In seguito alla riunione odierna del Consiglio Direttivo, la Lega Pro lavora per contrastare i danni al sistema economico della Serie C.

La Lega Pro avrebbe presentato a Gabriele Gravina, presidente FIGC, uno studio sull’effetto che il Covid-19 potrebbe causare in futuro alla terza serie calcistica italiana.

Secondo quanto scritto in comunicato ufficiale, la Serie C subirebbe una perdita di almeno 20 milioni di euro fino a un tetto di 84 milioni.

La stima della diminuizione economica riguarderebbe non solo l’attuale stagione ma anche quella futura.

In virtù del suddetto studio firmato PwC TLS, la Lega Pro avrebbe ipotizzato tre diverse alternative inerenti allo svolgimento del campionato.

Una prima soluzione consisterebbe nel terminare la stagione 2019/20 ed effettuare regolarmente playoff e playout a porte aperte.

In maniera opposta non si esclude la seconda possibilità di finire la stagione corrente vietando l’accesso agli spettatori negli impianti sportivi.

Nel caso di una terza ipotesi, infine, il campionato si concluderebbe in anticipo così da recuperare nei primi due mesi della stagione 2020/21 le gare non disputate.

Questo il comunicato ufficiale della Lega Pro:

“L’impatto potenziale, per la stagione corrente e per la prossima, va da un minimo di circa 20 milioni di euro ad un massimo di circa 84 milioni”.

“Si stima un impatto economico fino a circa il 30% di contrazione sul fatturato medio annuo delle squadre”,

“un impegno da parte del sistema della serie C non sostenibile con una concreta possibilità di default dei club”,

“già in forti difficoltà di bilancio prima della emergenza del coronavirus”.

Prosegue il comunicato:

“A rischio è l’intera piattaforma sportiva e sociale che le 60 squadre alimentano attraverso le attività giovanili, i centri sportivi”,

“la crescita dei talenti, la quarta categoria e altre centinaia di iniziative sociali sul territorio”.

“Attività e ruoli non ancora pienamente riconosciuti e condotti con professionalità, energia e passione dalla Lega Pro”,

“che rischiano a questo punto di venire a mancare”.

Tre ipotesi per il prosieguo del campionato:

“La stima dell’impatto è stata calcolata sulla base del verificarsi di tre differenti scenari, a seconda del protrarsi della pandemia”.

“Il primo è uno scenario “porte aperte”, nel quale si prevede la conclusione della stagione in corso e la disputa dei play off/play out a porte aperte”.

“C’è poi uno scenario “porte chiuse”, per il quale si ipotizza la conclusione della stagione in corso con partite a porte chiuse”.

“Il terzo scenario, chiamato “stop campionato”, prevede il termine anticipato del campionato in corso e la ripresa delle partite, a porte chiuse”,

“per i primi due mesi della prossima stagione”.

E conclude:

“Per ciascuno di questi scenari è stato stimato un impatto economico derivante da eventi diretti certi”,

“come ad esempio il mancato incasso da botteghino, ed eventi probabili”.

Sul merito si è espresso Francesco Ghirelli, secondo il quale l’emergenza Coronavirus sarebbe lo strumento per riflettere sul carattere sociale del calcio.

Queste le parole del presidente della Lega Pro:

“Il coronavirus è l’occasione per il calcio italiano per ragionare a sistema e ripensare questa disciplina nel profondo”,

“come farla tornare ad essere uno strumento sociale utile alla collettività”,

“come ripensare l’esperienza dello stadio e dei tifosi una volta che la crisi sarà terminata”.

Ghirelli avverte:

“La stagione delle riforme per il mondo del calcio è irrinunciabile”.

“Il Governo e il Ministro Spadafora riconoscono che il calcio è parte integrante del sistema produttivo nazionale”.

E conclude:

“L’ecosistema del calcio della serie C ha bisogno di benzina per funzionare”,

“ma vuole anche proporre soluzioni per la ripresa economica, sociale ed occupazionale del Paese”.