Coronavirus, ridurre presenze in St di Catania

Coronavirus, ridurre presenze in St di Catania. I sindacati chiedono un’ulteriore riduzione delle attività: «Il pericolo di nuovi contagi è alto».

Coronavirus, ridurre presenze in St di Catania

Coronavirus, ridurre presenze in St di Catania. lo scorso mercoledì 25 è scaduto l’accordo tra STMicroelectronics e sindacati.

L’accordo stabilito sull’organizzazione del lavoro nello stabilimento di Catania, in relazione all’emergenza coronavirus è scaduto.

Intesa che la Ugl chiede di rinnovare nell’immediato, attraverso ulteriori misure di contenimento e,

una drastica diminuzione del personale in sevizio in ufficio e nelle aree produttive,

come spiega il segretario etneo della federazione Metalmeccanici Angelo Mazzeo:

«Ieri abbiamo avuto una videoconferenza con la prefettura per affrontare la questione del prosieguo delle attività in stabilimento».

«La nuova intesa tra Ministero dello Sviluppo economico e parti sociali, rispetto al precedente, non ha modificato nulla per quanto riguarda la Stm e,

per questo, di grande importanza è stata l’interlocuzione in sede prefettizia con sua eccellenza Claudio Sammartino, che vogliamo ringraziare».

Aggiunge il segretario della federazione metalmeccanici:

«Come Ugl Metalmeccanici territoriale abbiamo sottolineato la necessità di verificare quanto dichiarato dalla multinazionale sull’attività a ciclo continuo».

«Anche se, a nostro avviso, uno stop lungo senza una data certa di ripresa dei lavori potrebbe diventare alquanto complicato e dannoso per il futuro della STMicroelectronics,

che già stava facendo i conti con un mercato divenuto difficile».

«Tant’è che neanche in altri stabilimenti del gruppo, situati in zone ad alto rischio Covid-19, si è bloccata la produzione».

Evidenzia Mazzeo:

«Quindi una soluzione che intravediamo come immediata e fattibile è, all’atto del rinnovo dell’accordo interno,

(che, ricordiamo era stato siglato quando ancora non vi erano le nuove disposizioni governative ed i due casi di positività interni),

una ulteriore e decisa stretta nei numeri relativi alle presenze quotidiane di personale poiché oggi ancora vanno a lavoro in 600 su 4.500».

Ribadisce Mazzeo:

«Vogliamo una drastica riduzione al necessario e indispensabile dei dipendenti presenti nei vari settori,

a partire dall’azzeramento di quelli impiegati negli uffici concedendo lo ‘smart working’ al 100% (Stm è stata una delle prime in Sicilia ad attuarlo),

passando per l’abbassamento della soglia di operai all’interno delle sale di produzione e degli operatori dei servizi connessi».

Continua il sindacalista:

«Sebbene in queste settimane, da parte dell’azienda, sia stata già elevata l’attenzione sulla salubrità dei locali di lavoro e,

sul controllo del personale ai varchi è necessario,

secondo la nostra organizzazione, innalzare ancor di più le iniziative utili alla protezione».

«Anche perché, dopo i casi riscontrati (che è vero si rappresentano una percentuale irrisoria rispetto al numero dei dipendenti in forza ma pur sempre allarmante) e immediatamente isolati,

il pericolo che possano recarsi al lavoro soggetti positivi e asintomatici è elevato, in una città come Catania dove il picco dei contagi deve ancora arrivare».

Infine, conclude il segretario catanese dei Metalmeccanici Ugl Angelo Mazzeo:

«In questo senso è quanto mai opportuno evitare il più possibile ogni forma di contatto,

attuando misure che vanno oltre quanto previsto dai protocolli e dagli accordi, siglati in sede nazionale e regionale tra istituzioni e parti sociali».