Lega Pro, medici contro ripresa campionato

Lega Pro, medici contro ripresa campionato. Secondo quanto affermato in un comunicato ufficiale della Lega Pro, i medici delle squadre di Serie C riunitisi in videoconferenza nella giornata di ieri avrebbero riscontrato una "difficile applicazione" del protocollo sanitario presentato dalla Commissione medico-scientifica della FIGC per il sistema della Lega Pro.

Lega Pro, medici contro ripresa campionato

Lega Pro, medici contro ripresa campionato. Nella giornata di ieri si è tenuta la riunione in call-conference tra gli entourage sanitari dei club di Serie C.

Al summit online hanno aderito anche Francesco Braconaro, rappresentante dei medici di Serie C e Gianluigi Baroni, avvocato dell’azienda di consulenza PwC Tls.

Nel corso del dibattito i partecipanti hanno focalizzato l’attenzione sul protocollo sanitario presentato dalla Commissione medico-scientifica della FIGC.

Secondo i medici della Serie C l‘attuazione dello stesso protocollo causerebbe non poche difficoltà al sistema della Lega Pro sotto diversi profili.

Tra questi gli impedimenti legati a una disponibilità ridotta dei tamponi per i tesserati e il rischio per i medici di una crescente diffusione del virus attraverso il contatto con i pazienti.

Inoltre la Lega Pro incontrerebbe ostacoli anche in ambito organizzativo per quanto concerne la possibilità ad accedere a un preciso numero di risorse economiche.

Non sono mancate le dichiarazioni di Francesco Ghirelli, il quale ha elogiato la figura del medico sociale nel settore sportivo.

Infatti, secondo il presidente della Lega Pro, sarebbe doveroso porre all’attenzione della Federcalcio l’impegno costante dei medici societari in questo periodo.

La notizia è stata resa nota attraverso un comunicato ufficiale della Lega Pro.

Questo il comunicato:

“Il protocollo sanitario redatto dalla commissione medico-scientifica della FIGC è di difficile applicazione per i Club di Serie C e lascia ancora troppe domande aperte”.

“Il protocollo medico – sanitario è stato valutato dai medici sociali di Serie C rispetto a diversi parametri”.

Parametri tra cui:

“La fattibilità tecnico – scientifica, giuridica, ed economica oltre che la fattibilità di applicazione a seconda del territorio di riferimento”.

Spiega il comunicato:

“Rispetto al primo parametro, i medici hanno sottolineato la difficoltà di accedere ad un numero elevato di tamponi, che allo stato attuale non sono disponibili nemmeno per i cittadini”.

“Inoltre, i medici prestano servizio sul territorio e, soprattutto nelle zone maggiormente colpite dal coronavirus,

sarebbe altamente rischioso entrare in contatto sia con i calciatori che con i propri pazienti. Si rischierebbe di diffondere il virus”.

E prosegue:

“Il protocollo apre inoltre una serie di questioni che attengono le diverse responsabilità, civili e penali, che si dovessero prefigurare nel caso di contagio”.

“Oltre ai tesserati, numerose altre figure sono coinvolte nella ripresa del campionato e non è immaginabile che i medici si assumano responsabilità per tutti”.

Conclude il comunicato:

“Il protocollo, infine, perché sia messo in atto da un punto di vista organizzativo e gestionale, richiede risorse economiche che è necessario quantificare”.