Morte Ylenia, polizia ferma amica

Morte Ylenia, polizia ferma amica. L’aggressione è stata ripresa con un telefonino. La 34enne: «Ho agito per legittima difesa. Disposta l’autopsia.

Morte Ylenia, polizia ferma amica

Morte Ylenia, polizia ferma amica. Gli agenti della squadra mobile di Catania hanno fermato una 34enne per la morte di Ylenia Bonavera.

La vittima 24 anni è deceduta due giorni fa all’ospedale Garibaldi.

La stessa che il 7 gennaio del 2017, a Messina, era rimasta viva, dopo che il suo ex aveva tentato di darle fuoco dopo averle versato addosso della benzina.

Il provvedimento, ipotizza il reato di omicidio, è emesso dalla Procura di Catania.

La donna, ieri si è presentata alla polizia accompagnata dal suo legale di fiducia, l’avvocato Giovanni Chiara, ha sostenuto di avere agito per legittima difesa.

Secondo quanto riferito dal suo difensore, l’indagata ha detto di essere stata ferita da Ylenia a un occhio, che le sanguinava.

La reazione, dopo che l’aveva rimproverata perché, a suo dire, era ancora una volta in preda all’uso di droga e alcool.

La vittima aveva in mano una bottiglia di birra con la quale, ha aggiunto la donna, avrebbe cercato di colpirla ancora e,

per questo avrebbe preso un coltello da cucina, che aveva in auto, e l’avrebbe usato per difendersi e poi è andata via.

La Procura di Catania nel pomeriggio affiderà l’incarico per l’autopsia che sarà eseguita domani.

L’aggressione è ripresa da un passante con un telefonino nel quartiere catanese di San Cristoforo e acquisito agli atti dell’inchiesta.

La vittima sul proprio profilo Facebook, con il nome ‘Dolce stella’, aveva da poco scritto:

«Accanto a me voglio persone sincere, positive come sono io… la vera amicizia non esiste.

E’ un mondo perso ed è brutto perché io con una persona mi ci devo confidare ma mi devo anche fidare ed al giorno d’oggi so per certo che è impossibile».

Ylenia aggredita nel 2017 da Alessio Mantineo, 25 anni, condannato a 10 anni in appello.

Durante l’aggressione subita dall’ex, lo stesso aveva tentato di darle fuoco atto che le provocò ustioni nel 13 per cento del corpo perdendo il bambino che aspettava.

Durante il processo prese le difese dell’ex, considerando il gesto una prova d’amore e,

per questo rinviata a giudizio a Messina per favoreggiamento e falsa testimonianza.

La prossima udienza era stata fissata per il marzo del 2021.