Vaccinazioni In Sicilia, eseguite 30 mila

Vaccinazioni In Sicilia, eseguite 30 mila. Nell’isola si pensa già alla fase 2. L’assessore: «Nelle prossime settimane lo sforzo dovrà essere maggiore».

Vaccinazioni In Sicilia, eseguite 30 mila

Vaccinazioni In Sicilia, eseguite 30 mila. Dall’avvio della campagna anti-Covid, nell’isola sono 30mila le persone già vaccinate.

Ieri, in tutto il territorio regionale, somministrate complessivamente oltre 10mila dosi di farmaco su altrettanti cittadini.

Nella prima fase, consegnate 46.510 dosi di vaccino.

Sulla questione, l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza commenta:

«In queste ore fa piacere registrare una forte presa di consapevolezza da parte del nostro sistema sanitario».

«Nel numero di vaccinazioni già effettuate siamo secondi in Italia. È un buon risultato, tuttavia soltanto l’inizio».

La campagna vaccinale entrerà nel vivo dopo la prima fase, che coinvolge un numero ristretto di persone (operatori della sanità e ospiti delle Rsa)».

Aggiunge l’assessore regionale:

«Nelle settimane successive, quando si passerà ai cittadini over 80, lo sforzo dovrà essere maggiore e conto che ogni Azienda, nessuna esclusa, stia programmando sia la fase dei richiami che quella della vaccinazione di massa».

Ieri è giunto nell’Isola il nuovo approvvigionamento di vaccini che è già nella disponibilità dei centri di somministrazione.

Tutto è avvenuto, secondo quanto programmato nell’ambito del Piano nazionale.

L’assessore Razza ha analizzato i nuovi parametri nazionali sulle aree regionali di rischio che abbassano l’indice Rt per il passaggio di zona.

Afferma L’assessore Ruggero Razza:

«Entreranno in vigore già questa settimana perché il Governo centrale ha ritenuto di recepire le indicazioni del Comitato tecnico scientifico nazionale.

Comitato quest’ultimo:

«che ha espresso crescenti preoccupazioni per la crescita dei contagi, la diffusione del virus nel periodo festivo (anche per comportamenti individuali e familiari)».

Inoltre, dice Razza da non sottovalutare anche:

«la variabile inglese e lo stato di emergenza registrato in molti paesi dell’Unione europea».

In conclusione ribadisce l’assessore alla sanità:

«È un’assunzione di responsabilità che è chiesta alle Istituzioni e ai cittadini per garantire la campagna vaccinale nella sua fase iniziale».