Coronavirus, la Sicilia torna in giallo – video

Coronavirus, la Sicilia torna in giallo - video. L’ordinanza di Musumeci entrerà in vigore da lunedì. Niente deroga per i locali a S. Valentino.

Coronavirus, la Sicilia torna in giallo – video

Coronavirus, la Sicilia torna in giallo – video. L’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza sarà valida a partire da lunedì 15 febbraio.

Sarà in vigore allo scadere dell’attuale che prevede il colore arancione fino a domenica prossima.

Passano in zona arancione tre regioni: Abruzzo, Liguria, Toscana e la provincia di Trento.

In arancione restano anche l’Umbria e la provincia di Bolzano.

anche se per entrambe, regione e provincia, i presidenti hanno disposto misure ancora più restrittive.

Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci annuncia:

«Da lunedì mattina la Sicilia sarà zona gialla».

Poi aggiunge:

«Ho appena firmato l’ordinanza che recepisce le disposizioni nazionali e, dopo tanti sacrifici, individua un livello regionale di rischio basso:

siamo la Regione con l’indice Rt più basso d’Italia».

Continua il presidente:

«In vista della decisione di oggi ho scritto al ministro della Salute per chiedere di anticipare la misura della zona gialla alla domenica,

per restituire un po’ di respiro in più ai ristoratori che in queste settimane sono rimasti chiusi».

Dice il capo della giunta regionale:

«Il ministro mi ha informato di non poter accedere alla nostra richiesta e la legge, purtroppo,

consente solo ordinanze regionali che prevedano maggiori chiusure e non il contrario».

«Da lunedì, tuttavia, si parte e avvieremo subito un confronto con il nuovo governo».

«anzitutto per dare certezze dei ristori agli operatori economici e per definire i nuovi protocolli sulle aperture delle attività ancora non consentite».

Conclude Musumeci:

«Vogliamo riprendere a vivere, ma dobbiamo farlo con prudenza e senza tornare indietro».

La Sicilia con Rt più basso d’Italia.

Come emerge dal monitoraggio Iss-Ministero Salute, la Sicilia è la regione italiana con il più basso indice Rt: 0,66% a fronte di una media nazionale dello 0,95%.

L’indice Rt in sette regioni supera l’1%, mentre sono 5 le regioni con Rt a 1,2 con Bolzano a 1,25.

Il risultato raggiunto nell’Isola adesso è legato anche alla scelta del presidente Musumeci.

Infatti sollecita il governo nazionale il 23 gennaio scorso la zona rossa per la Sicilia, quando i dati non imponevano questa classificazione.

Brusaferro (iss): «fase delicata dell’epidemia».

Il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, alla conferenza stampa sull’analisi dei dati del Monitoraggio settimanale invita a non abbassare la guardia:

«Siamo in una fase molto delicata dell’epidemia, con circolazione diffusa delle varianti che sono più trasmissibili».

Dice ancora Brusaferro:

«Ci sono dunque segnali di controtendenza ed è necessaria grande precauzione».

«Ci potrebbe essere una crescita di nuovi casi se non si rafforzano le misure».

«Ci sono 2 regioni a rischio alto e un Rt che risale a 0,95».

Si conferma inoltre nella bozza dell’Iss la necessità di mantenere la:

«drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone».

Conclude Brusaferro:

«È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che,

non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile».

Resta divieto spostamento tra regioni.

Il governo Conte bis, tra gli ultimi atti formali ha approvato la proroga del divieto di spostamento tra le regioni fino al 25 febbraio.

Si tratta di un testo di 3 soli articoli in cui si stabilisce che:

«dal 16 al 25 febbraio sull’intero territorio nazionale è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome»

fatti salvi gli spostamenti per:

«comprovate esigenze» di lavoro, situazioni di necessità o motivi di salute.

Resta inteso che sarà sempre possibile raggiungere la propria abitazione,

residenza o domicilio, comprese le seconde case, se di proprietà o con un contratto d’affitto lungo precedente al 14 gennaio.

Il governo uscente ha scelto quindi la linea del decreto ponte,

evitando di far scadere un divieto ritenuto dai tecnici fondamentale per evitare il diffondersi dei contagi e la circolazione delle varianti e,

allo stesso tempo prorogando lo stop agli spostamenti per una decina di giorni.

Il governo pro tempore lascia al nuovo esecutivo la scelta se proseguire poi fino al 5 marzo, quando scadrà il Dpcm, o se procedere in altri termini.