Nuovo colpo alla mafia di Palermo, 8 arresti

Nuovo colpo alla mafia di Palermo, 8 arresti. Blitz contro Tommaso Natale eseguito dai carabinieri del comando provinciale di Palermo.

Nuovo colpo alla mafia di Palermo, 8 arresti

Nuovo colpo alla mafia di Palermo, 8 arresti. I carabinieri del capoluogo siciliano hanno eseguito un’ordinanza cautelare in carcere e una ai domiciliari.

L’ordinanza emessa dal gip Lorenzo Jannelli nei confronti di otto indagati ritenuti componenti del mandamento mafioso di Tommaso Natale.

Tutti gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni aggravate e danneggiamento seguito da incendio.

Gli arrestati sono:

Vincenzo Billeci, 52 anni; Giulio Caporrimo, 52 anni; Francesco Caporrimo, 27 anni; Antonino Ciaramitaro, 29 anni;

Fabio Gloria, 46 anni; Vincenzo Taormina, 49 anni; Giuseppe Vassallo, 56 anni;

ai domiciliari:

Fabio Ventimiglia, 44 anni.

L’operazione è denominata Bivio 2, la seconda in due giorni a Palermo, coordinata da un pool di magistrati della Dda guidati dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca.

L’indagine è focalizzata sulla figura del boss Giulio Caporrimo, arrestato in passato.

Negli anni il nucleo investigativo dei carabinieri aveva assestato duri colpi al mandamento di Tommaso Natale con le operazioni:

Oscar (2011), Apocalisse (2014), Talea (2017), Cupola, 2.0 (2018/2019), Teneo (2020), e Bivio (2021).

A quest’ultima operazione del gennaio scorso si ricollega il blitz odierno che riguarda la figura di Giulio Caporrimo.

Caporrimo, tornato in libertà nel maggio del 2019, per volontà del boss Calogero Lo Piccolo trovò al vertice del mandamento un nuovo capo, Francesco Palumeri.

Caporrimo si trasferì a Firenze per prendere le distanze dal nuovo assetto che non condivideva.

Costrinse il rivale a fare un passo indietro e fece rientro a Palermo da reggente ricompattando il mandamento.

Con questa nuova indagine i carabinieri avrebbero fatto luce su una serie di gravi reati commessi dagli arrestati, a cominciare dallo stesso Giulio Caporrimo e dal figlio Francesco.

Questi ultimi avevano investito sulle scommesse on line, uno dei settori più a rischio per infiltrazioni mafiose.

Uno degli arrestati, Giuseppe Vassallo, palermitano si trasferi a Firenze.

Egli, grazie agli accordi con Giulio Caporrimo e Antonino Vitamia, commercializzava i propri siti per le scommesse on line.

La commercializzazione delle attività avveniva proprio sul territorio del mandamento di Tommaso Natale, riconoscendo parte degli utili alla famiglia mafiosa.

Nel blitz antimafia di oggi e nell’operazione sui clan di Brancaccio e Ciaculli, emerge la continua richiesta del pizzo nei confronti delle imprese che operano sul territorio.

Gli investigatori hanno accertato undici estorsioni e due tentativi non andati a buon fine. In due casi le vittime hanno denunciato spontaneamente le pressioni subite.

I carabinieri hanno ricostruito diverse intimidazioni, spesso con attentati incendiari, messe in atto dagli uomini di Giulio Caporrimo per scalzare i concorrenti e accaparrarsi alcuni appalti.

Il caso dell’incendio doloso ai danni di un esercizio commerciale di Sferracavallo.

Un attentato che sarebbe stato ideato da Caporrimo, dal figlio Francesco e da Francesco Ventimiglia per ottenere la gestione del locale.

L’attentato doveva servire a vincere la resistenza del titolare.

Altro rogo in un cantiere edile per la realizzazione della rete fognaria a Sferracavallo.

A ideare l’intimidazione sarebbero stati Antonino Vitamia e Vincenzo Taormina per ottenere alcuni lavori in sub appalto.

Il furgone di una ditta di costruzioni danneggiato dal fuoco e le microspie dei carabinieri registravano tutto “in diretta”.

intimidazione utilizzata contro una società edile che svolgeva lavori di ristrutturazione in un immobile. L’obiettivo era quello di ottenere la commessa per lavori di impiantistica.

Diversi gli episodi accertati ai danni di commercianti della zona.

La cosca faceva profitti grazie ai cosiddetti “cavalli di ritorno”, le somme che gli uomini di Caporrimo si facevano consegnare per la restituzione di veicoli rubati.