Etna, debole attività e danni da cenere lavica

Etna, debole attività e danni da cenere lavica. La piaga " nera" è tornata a mettere a dura prova la tenuta nervosa della popolazione jonico-etnea.

Etna, debole attività e danni da cenere lavica

Etna, debole attività e danni da cenere lavica. La piaga ” nera” è tornata a mettere a dura prova la tenuta nervosa della popolazione jonico-etnea.

A fare le spese del 50°episodio parossistico dell’Etna scatenatosi due giorni addietro, gli abitanti di Milo, Fornazzo, Giarre e Riposto.

Una copiosa pioggia di cenere vulcanica ascrivibile alla consueta attività del cratere di sud-est, si è abbattuta sui predetti centri, tappezzando di un nero manto le strade e le piazze.

Se tra Sant’Alfio, Puntalazzo di Mascali e Montargano, la pioggia è connotata da una caduta di sottile materiale piroclastico, così non è stato a Milo, Fornazzo, Giarre e Riposto.

Intanto, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Osservatorio etneo, (Ingv-Oe) di Catania comunica che è ripresa, dalle ore 22 di ieri sera, una debole attività stromboliana al cratere di Sud-Est dell’Etna.

I tecnici Ingv hanno registrato l’andamento dell’ampiezza media del tremore vulcanico che è caratterizzato da fluttuazioni su valori medio-bassi.

Il centroide delle sorgenti del tremore è ubicato in corrispondenza del cratere Bocca Nuova ad una elevazione di circa 2.700 metri sul livello del mare.

L’attività infrasonica si mantiene su livelli bassi. L’analisi dei segnali di deformazione del suolo non mostra variazioni di rilievo sulle reti Gnss e clinometrica.

Detriti grossolani sono precipitati al suolo provocando, in taluni casi, qualche danno ai vetri delle automobili.

Altarello, Carrubba, Sciara e Macchia (frazioni di Giarre) duramente colpite dal fenomeno, così come Torre e Archi (frazioni di Riposto), hanno pagato dazio per la furia del Mongibello.

A Giarre, due ditte esterne al comune si sono attivate per ripulire le agorà (n.d.r. trad. greco piazze) principali.

Due camion, coadiuvati da Bobcat, hanno raccolto in Piazza Duomo a Giarre 5 metri cubi ciascuno di sabbia vulcanica.

Piazza Carmine e piazza San Francesco, interessate anch’esse da interventi di rimozione della cenere.

L’arcipretura di Giarre ha proceduto in autonomia alla bonifica del sagrato della Chiesa Madre.

Lo stesso è avvenuto nelle adiacenze della chiesa di San Camillo, dove i parrocchiani si sono organizzati in autonomia per lo spazzamento.

Ripuliti il sagrato della chiesa di Altarello (frazione Giarre) e la piazzetta antistante.

La stima provvisoria della cenere caduta a Giarre è di 2.1 kg al mq.

Proprio nella fase in cui si stava provvedendo a completare l’affidamento dei lavori di rimozione della cenere e a rinnovarlo per altri dieci giorni, si è manifestato un nuovo parossismo.

Secondo la dichiarazione dell’ingegnere della Protezione Civile Salvo Grasso, i punti di conferimento temporaneo, saranno rivisti.

Per quanto concerne la possibilità di sfruttare cave in disuso, bisogna verificare la loro stabilità geologica.

Le cave ubicate a Mascali e a Sant’ Alfio, potrebbero comunque in teoria essere utilizzate.

Proprio venerdì, firmate due ordinanze: quella per la pulizia dei tetti e quella per la pulizia delle strade.

Nel frattempo collocati in alcune strade dei segnali stradali deputati a far rallentare gli automobilisti poiché la pioggia d’acqua aveva spostato la cenere verso il centro della carreggiata,

mettendo a repentaglio l’incolumità degli automobilisti.

L’attuale fase eruttiva dell’Etna non impatta sull’operatività dell’aeroporto internazionale Vincenzo Bellini di Catania.

Umberto Trovato