Il piccolo principe, in arte Totò al Teatro Brancati – Interviste

Il piccolo principe, in arte Totò al Teatro Brancati. Inaugurata con successo la XIII stagione del Teatro Brancati – Teatro della città.

Il piccolo principe, in arte Totò al Teatro Brancati – Interviste

Il piccolo principe, in arte Totò al Teatro Brancati – Interviste. Giovedì 11 novembre alle ore 21 (e fino al giorno 21) inaugurata con successo la XIII stagione del Teatro Brancati.

Il lavoro teatrale scritto e diretto da Antonio Grosso, regista/drammaturgo/attore, in scena con Antonello Pascale: i due protagonisti indossavano i costumi di Marco Maria della Vecchia.

In una scenografia assolutamente minimalista si è svolta la piéce dedicata alla prima giovinezza del principe Antonio De Curtis, appunto in arte…Totò.

Due soltanto gli attori: Antonio Grosso nei panni di Totò e Antonello Pascale che con grande abilità comica, mimetica e recitativa interpretava tutti i ruoli di quanti animarono gli anni giovanili di De Curtis:

il padre severo davanti alla svogliata ignavia scolastica del ragazzino, la madre comprensiva e solerte, i datori di lavoro manuale nei primi vani tentativi del giovanotto con il viso deturpato dal pugilato,

gli amici del rione Sanità, gli impresari che lo accompagnano lungo i faticosi esperimenti teatrali in cui si ostinava a imitare Gustavo De Marco, noto per la mimica e l’arte dei doppi sensi, che in seguito animarono proprio il repertorio di Totò.

Scrisse il comico: 

«Le sue macchiette erano costituite da danze sincronizzate da gesti del corpo e da mosse e smorfie del viso al ritmo di piatti e grancassa,

con una perfezione tale da eccitare l’invidia e l’ammirazione di un acrobata di professione».

La svolta che lo portò al successo fu l’incontro con Giuseppe Jovinelli, l’impresario che lo seppe apprezzare e lo portò a Roma nel suo teatro.

Qui si interrompe l’azione e si chiude il sipario dopo più di un’ora di autentico divertimento!

Antonio Grosso nell’intervista rilasciata al nostro giornale racconta:

«quest’idea nacque quando ero ragazzino».

«Poi passarono circa dieci anni fino a quando non conobbi Elena De Curtis, nipote del grande comico,

e l’idea si trasformò in soggetto cinematografico, poi racconto e infine in questa piéce teatrale».

Conclude Grosso:

«Uno spettacolo che considero work in progress passibile di sviluppi e innovazioni come quelli che prevedo per il prossimo “Campania-Teatro Festival,

con la collaborazione del grande cantautore della musica napoletana Nando Citarella».

Grosso e Antonello Pascale, che ha affrontato magistralmente il difficile polimorfico compito recitativo, si sono dichiarati onorati di essere a Catania,

e di inaugurare la stagione del Brancati e di godere della stima di Tuccio Musumeci e di Orazio Torrisi.

La loro gratitudine va sempre a Elena De Curtis e alla sua famiglia.

Alla nostra domanda, cosa vorreste rubare all’arte di Totò? Antonio Grosso ha risposto di confondersi di fronte a tanta grandezza.

Paradossalmente gli ruberebbe la povertà da cui era nata la sua genialità dandogli lo stimolo ad esprimere il meglio di sé.

Anche Pascale ruberebbe a Totò la genialità perché, parafrasando Carmelo Bene, “il talento fa quello che può…il genio quello che vuole”.

La sera dell’undici novembre come è noto si aprirono le cateratte del cielo e l’irruenza del nubifragio bloccò la città…in platea eravamo solo in 7 e cercavamo di applaudire come se fossimo in 70.

Gli attori hanno continuato imperterriti e imperturbabili a condurre lo spettacolo sino in fondo…

per cominciare, a scenario chiuso, a dialogare familiarmente con noi dimostrando un grande senso di autoironia di fronte a una situazione che noi pubblico vivevamo con un certo disagio.

Sento il dovere di ringraziare ancora Antonio e Antonello per la loro grande professionalità e per la generosità con cui hanno voluto donarci questo intrigante spettacolo in una indimenticabile notte di diluvio.