Calcio Catania, altro bando di vendita deserto

Calcio Catania, altro bando di vendita deserto. La situazione resta in esercizio provvisorio sino a lunedì 7 e potrebbe concludersi con un nulla di fatto.

Calcio Catania, altro bando di vendita deserto

Calcio Catania, altro bando di vendita deserto. Anche il secondo bando per l’acquisto di ramo d’azienda calcistico del club rosso-azzurro si è risolto con un nulla di fatto.

La situazione del Catania, comunque resta in esercizio provvisorio sino a lunedì 7 e potrebbe concludersi con un nulla di fatto.

Come si presumeva, il tentativo di acquisto di Benedetto Mancini non si è potuto concretizzare.

L’imprenditore romano, ha costituito la società Fc Catania 1946 srl registrandola alla Camera di Commercio creando un nuovo logo.

Mancini ha presentato un capitale sociale di soli diecimila euro a fronte dei 500 mila previsti dal bando.

Operazione di acquisto che espressamente richiedeva un «capitale sociale interamente versato non inferiore al prezzo base d’asta».

Secondo quanto appreso, l’imprenditore romano avrebbe integrato la somma mancante con una delibera di aumento capitale nel giorno dell’eventuale rogito, previsto il 7 marzo, giorno della scadenza dell’esercizio provvisorio.

Il tribunale di Catania bocciata la proposta, addirittura non avrebbe neppure ricevuto la pec di Mancini,

nonostante l’imprenditore romano e i suoi legali avrebbero sostenuto di aver inviato la mail certificata la mattina.

Un comunicato diffuso dal Tribunale di Catania ha inequivocabilmente decretato la conclusione della questione:

«Trattandosi di vicenda di particolare interesse sociale, si comunica che in data odierna l’udienza di vendita in forma telematica del ramo caratteristico calcistico della società fallita Calcio Catania

Spa è andata deserta per mancanza di domande di partecipazione, peraltro, non risultando accreditata, sul conto della procedura, alcuna somma a titolo di cauzione».

Il bando di vendita telematica, fissata dai tre curatori nominati dalla sezione Tribunale, comprende i seguenti beni:

«diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori; struttura e organizzazione del settore giovanile; immobilizzazioni materiali; indumenti, merce store, targhe, coppe e trofei; due marchi registrati».

Resta escluso della procedura di vendita il titolo sportivo.

Quest’ultimo non può essere ceduto a terzi. Esso può essere attribuito esclusivamente dalla Figc a una diversa società in presenza dei requisiti richiesti dalle norme federali.