Omicidio Elena, uccisa sul luogo del ritrovamento

Omicidio Elena, uccisa sul luogo del ritrovamento. Il legale di Martina Patti: «È sconvolta, ha detto che nulla l'ha potuta frenare».

Omicidio Elena, uccisa sul luogo del ritrovamento

Omicidio Elena, uccisa sul luogo del ritrovamento. Martina Patti avrebbe fornito agli inquirenti alcuni elementi sul luogo in cui ha commesso l’atto efferato.

Un campo incolto e impervio di via Turati dove hanno ritrovato il corpicino della bimba, impietosamente avvolto in cinque sacchi di plastica.

Ieri, nella confusione generale delle primissime indagini, sembrava più accreditata l’ipotesi di un delitto avvenuto tra le mura domestiche.

Gabriele Celesti, avvocato della 23enne Martina Patti, sottoposta a fermo di indiziato di delitto in quanto accusata dell’uccisione della figlioletta Elena Del Pozzo, ha incontrato i giornalisti nelle adiacenze del palazzo di Giustizia di Catania.

Spiega il legale della Patti:

«La mia assistita sottoposta ad un lungo interrogatorio di convalida, è molto provata. Ma non è una fredda calcolatrice in quanto ha agito come se non fosse in lei».

«Ha riferito di essere stata in preda ad una forza sovrannaturale».

Continua l’avvocato:

«Adesso sta acquisendo consapevolezza del fatto. La vedrò tra oggi e domani e vedrò in che stato la troverò».

«Quella della premeditazione è un’ipotesi investigativa che a mio avviso si abbina al movente, ancora in fase di accertamento».

Aggiunge Gabriele Celesti:

«Ma ricordiamoci che anche un semplice furto richiede un minimo di premeditazione».

Infine conclude:

«Non ho ancora avuto modo di esaminare gli atti, attendiamo l’udienza di convalida davanti al Gip. Attualmente l’unica cosa in mio possesso è il verbale dell’interrogatorio».

Intanto si cerca ancora l’arma del delitto.

Martina Patti avrebbe agito nell’arco di tempo compreso tra le ore 13 e 15.30, dopo aver preso la figlioletta all’asilo.

Non è inverosimile pensare che l’orario del delitto corrisponda effettivamente a quello da lei indicato per il rapimento.

Dalle primissime indagini, sembrava più accreditata l’ipotesi di un delitto avvenuto tra le mura domestiche.

Abitazione condivisa con gli zii che abitano al piano terra della villetta e che nel primo pomeriggio del 13 giugno non erano in casa.

Come dalle prime indagini l’arma usata è un oggetto appuntito, forse un coltello da cucina. Ma anche una zappa ben affilata o un piccone potrebbero essere compatibili con le ferite.

Sono comunque indiscrezioni che troveranno conferma o totale smentita in seguito all’autopsia del corpicino della piccola.

L’oggetto usato per uccidere dalla madre non si trova e proseguono senza sosta le indagini condotte dai carabinieri del comando provinciale di Catania.