Scontro tra clan rivali con sparatoria, 5 arresti

Scontro tra clan rivali con sparatoria, 5 arresti. Rissa degenerata poi in una sparatoria nei pressi di una discoteca del centro di Catania.

Scontro tra clan rivali con sparatoria, 5 arresti

Scontro tra clan rivali con sparatoria, 5 arresti. Si tratterebbe degli appartenenti a due opposte fazioni, una vicina al clan Mazzei, l’altra vicina al clan Cappello-Bonaccorsi di catania.

Le indagini riguardano la rissa degenerata in sparatoria a Catania all’uscita di una nota discoteca del Porto, la ‘Ecs Dogana Club’, dello scorso 21 aprile, in cui era rimasto ferito un giovane di 18 anni e il danneggiamento delle vetrine di alcuni esercizi commerciali.

A causa della zuffa tra le due fazioni, la Polizia di Stato ha arrestato cinque persone con le accuse, a vario titolo di:

rissa e lesioni personali aggravati dall’uso di armi, detenzione e porto in luogo pubblico di più armi comuni da sparo.

Secondo quanto accertato la rissa, durante la quale il 21 aprile in strada furono esplosi alcuni colpi di pistola che ferirono due persone, tra cui un minorenne,

avvenuta per un ‘regolamento di conti’ tra persone vicine al clan Mazzei e persone vicine al clan Cappello Bonaccorsi raccolte attorno alla figura di Sebastiano Miano.

La causa della rissa.

Cinque giorni prima della sparatoria, la notte tra il 16 e il 17 aprile, nel locale alcuni giovani ritenuti vicini al clan Mazzei avrebbero impedito ad un noto cantante neo-melodico catanese di esibirsi insieme ad un trapper che ne aveva richiesto la presenza sul palco.

Nella concitazione il cantante neomelodico avrebbe pure spinto la fidanzata di uno dei ragazzi contigui ai ‘Carcagnusi’.

Rissa al porto di Catania avvenuta il 21 aprile scorso.

Gli arrestati sono:

Sebastiano Miano, di 28 anni; Giuseppe Santo Patanè, di 26; Salvatore Danilo Napoli, di 20; Gabriele Gagliano e Gaetano Salici, entrambi di 19. Avrebbero partecipato alla rissa numerose persone.

Le armi usate.

Le armi usate sarebbero due pistole: una calibro 7,65 e una calibro 40. Alcuni colpi sarebbero stati esplosi da Patanè e avrebbero raggiunto il Salici.

Gli investigatori hanno individuato anche altre cause della rissa.

Le indagini hanno permesso di delineare un’altra vicenda riconducibile al reato di maltrattamenti in famiglia da parte di Miano ai danni di una persona a lui vicina, anche quello di detenzione, porto di armi comuni da sparo e danneggiamento di autovettura.

Infatti, l’indagato per futili motivi, avrebbe esploso un colpo di una calibro 38 sul cofano anteriore dell’auto di un parente.